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Rio 2016: nella baia di Guanabara regate fra i rifiuti

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A due settimane dai Giochi olimpici di Rio de Janeiro la situazione della baia di Guanabara restava critica. Come mostrano le foto scattate da Yasuyoshi Chiba per Getty Images lo scorso 20 luglio, le acque che fra pochi giorni ospiteranno le regate olimpiche si poteva trovare davvero di tutto. Non solo le classiche bottiglie di plastica che inquinano ormai i mari di mezzo mando, ma anche elettrodomestici piccoli e grandi, materassi e oggetti di vario tipo.

Una vera e propria lixeira come dicono i cittadini carioca. E mentre i primi atleti arrivavano per occupare un villaggio olimpico che ha già fatto storcere il naso a più di una persona, i netturbini di Rio de Janeiro lavoravano a pieno regime per rendere dignitose le acque della baia in vista dell’appuntamento a cinque cerchi.

Le prime regate si svolgeranno lunedì 8 agosto e i medici invitano gli atleti alla prudenza per evitare il rischio di infezioni:

“Dovrebbero sforzarsi per quanto possibile di limitare il contatto con l’acqua, purtroppo la situazione è questa. Sarebbe meglio tenere la bocca e gli occhi chiusi, ma come possono riuscire a controllarsi? Potrebbero essere contaminati, anche se questo non significa necessariamente ammalarsi. Questo è il rischio che si corre entrando in contatto con l’acqua che è altamente inquinata”,

ha spiegato Daniel Becker intervistato da Euronews.

I test effettuati nelle ultime settimane hanno evidenziato come la contaminazione si estenda ben oltre la zona di mare prossima alla costa, con una concentrazione di colibatteri che supera di 16 volte quella ammessa dalla legge brasiliana.

La autorità locali avevano promesso di completare per i Giochi la ristrutturazione dei sistemi di scarico e la bonifica della Guanabara Bay e anche se, a detta dei velisti brasiliani che si sono allenati di recente nella baia, la situazione sembra essere migliorata, di rifiuti in mare ce ne sono ancora parecchi.

Via | Euronews

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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