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L’intossicazione da monossido di carbonio: i sintomi, gli effetti e cosa fare

Iniziano i primi freddi e cosa c’è di meglio che riscaldarsi con stufe a pellet, stufe a legna, a biomasse, caminetti bracieri, stufe a metano? Ebbene bisogna prestare molta attenzione a questi sistemi di riscaldamento casalingo, effettuando una manutenzione periodica per evitare che si incorra nelle esalazioni di monossido di carbonio che possono anche uccidere, ma che se individuate per tempo possono evitare intossicazioni e avvelenamenti salvando molte vite. Questo gas è inodore, incolore e insapore e dunque non si avverte a meno che non ci sia dotati di sistemi di rilevamento.

Il monossido di carbonio, infatti, si sprigiona quando la combustione è incompleta per mancanza di ossigeno. Dunque oltre che provvedere alla corretta manutenzione degli impianti di riscaldamento è anche necessario tenere areato il locale in cui si trova la stufa.

I primi sintomi da intossicazione di monossido di carbonio sono: nausea, vomito, mal di testa, debolezza, aumento della frequenza cardiaca, difficoltà di respiro, confusione mentale, difficoltà a coordinare i movimenti, perdita della vista, disorientamento spazio-temporale.Possono essere sintomi comuni a altre patologie come un’intossicazione alimentare o l’influenza e dunque come capire che ci si sta intossicando con il monossido di carbonio?

Ecco quando sospettare una intossicazione da monossido di carbonio:

  1. presenza di possibili sorgenti di CO nel luogo in cui si trovano le persone indisposte: caldaie, camini, stufe a legna o a gas, scaldabagni, piani di cottura, ecc, specialmente se non controllate di recente;
  2. permanenza delle persone in locali più a rischio (cucine, bagni, taverne, garages, ecc.) anche se talvolta sisono verificate intossicazioni in locali diversi da quelli in cui sono installati gli impianti;
  3. interessamento contemporaneo di più soggetti di uno stesso nucleo familiare o di uno stesso gruppo;
  4. miglioramento dei soggetti colpiti al di fuori della casa o di un determinato locale;
  5. insorgenza precoce della sintomatologia nei bambini, in coloro che trascorrono più tempo nei locali più a rischio (es. cucina);
    stagionalità (si tratta di intossicazione prevalentemente autunnale/invernale);
  6. comparsa dei sintomi durante la permanenza in seconde case: impianti termici installati in ambienti angusti, non sottoposti ad un’adeguata manutenzione; le canne fumarie, inattive per lunghi periodi, possono risultare ostruite da foglie secche, nidi di animali, ecc.

Dunque la prima cosa da fare è uscire dal locale avvelenato e iniziare a respirare aria buona; l’impianto va poi immediatamente spento e avvisate le autorità competenti. Poi ci si deve rivolgere al pronto soccorso per farsi controllare lo stato di avvelenamento e se è necessario ricorrere a cure con ossigeno terapia in camera iperbarica.

Infine, ecco le raccomandazioni per evitare che gli impianti di riscaldamento esalino monossido di carbonio:

  1. non accendere bracieri o griglie in locali chiusi né per la cottura né per il riscaldamento;
  2. far installare gli impianti termici da personale tecnico esperto in grado di rilasciare le certificazioni di conformità alle norme di sicurezza e sottoporre gli impianti a controlli periodici;
  3. evitare il “fai da te” e soluzioni artigianali improvvisate;
  4. far pulire periodicamente dallo spazzacamino le canne fumarie dei caminetti e delle stufe a legna possibilmente prima dell’inizio della stagione di riscaldamento;
  5. assicurare un’efficiente aerazione nei locali dove si trovano gli impianti tramite le aperture regolamentari che non devono essere ostruite;
  6. verificare al momento dell’acquisto che gli apparecchi siano corredati di istruzioni per l’uso e rispettarle scrupolosamente.

Via | Dipartimento di prevenzione Ussl 20 Verona, Bioaddict
Foto | Flickr

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta
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