Dove finiscono la ceramica e la porcellana quando si fa la raccolta differenziata? Come possiamo favorire il riciclaggio? In molti pensano che ceramica e porcellana debbano finire nei cassonetti o nelle campane adibiti alla raccolta del vetro.
Alla base dell’errore vi è il fatto che la ceramica contiene del vetro, ma nella sua composizione sono presenti altri elementi che rischiano di inficiare il processo di riciclaggio. Ceramica e porcellana, dunque, vanno buttati nei cassonetti dell’indifferenziato oppure portati nei centri adibito al riciclo.
Se il rifiuto è piccolo si può buttare nell’indifferenziato avvolgendo i pezzi o i cocci nei giornali per evitare che chi maneggia i rifiuti possa farsi male con delle schegge. Se, invece, si tratta di oggetti in ceramica e in porcellana di grandi dimensioni è consigliabile recarsi nelle riciclerie che accettano questo tipo di ceramiche.
Questa settimana il nostro viaggio nella raccolta differenziata prosegue analizzando tutti quegli articoli di uso comune che iniziano per P, Q e R. In particolare, è senz’altro doveroso soffermarsi su due categorie di prodotto, estremamente inquinanti e pericolose: i pannolini – anche nella loro declinazione di assorbenti igienici – e i prodotti chimici domestici.
Per quanto riguarda i primi, non è forse scontato ricordare che il loro tempo medio di decomposizione è, di norma, pari a circa 5 secoli. La “produzione annuale media di rifiuto”, invece, per un bambino in fasce è di circa 400 chili. E non è tutto: per produrre i 18 miliardi di pannolini annualmente consumati, occorrono circa 3.5 miliardi di galloni di olio, 82.000 tonnellate di plastica e 1.3 milioni di tonnellate di polpa di legno. Un ottimo motivo, questo, per passare all’acquisto di pannolini ecologici. Per quanto riguarda i prodotti tossici, clamorosamente inquinanti e corrosivi, invece, noi di ecoblog vogliamo fornire alcuni utili consigli per leggere le etichette: la “X” segnala prodotti nocivi (Xn) ed irritanti (Xi); la “C” prodotti corrosivi. Il teschio, invece, indica la tossicità di un prodotto (T; T+) e la fiamma l’infiammabilità dello stesso (F, F+).
Pane e pasta – utili per il compostaggio – Cassonetto indifferenziato;
Pannolini e pannoloni – non riciclabili – Cassonetto indifferenziato;
Pellicole di cellophane – riciclabili – Cassonetto multi materiale;
Peluche – non riciclabili – Cassonetto indifferenziato;
Penne e pennarelli – tendenzialmente non riciclabili – Cassonetto indifferenziato;
Pentole e padelle – riciclabili – Isole ecologiche e centri di raccolta;
Piatti di plastica – non riciclabili – Cassonetto indifferenziato;
Piatti in ceramica e porcellana – non riciclabili – Cassonetto indifferenziato;
Pile scariche – riciclabili – Contenitori per pile scariche;
Polistirolo (per alimenti e imballaggi) – Cassonetto multi materiale;
Poltrone – riciclabili le componenti – Isole ecologiche e centri di raccolta;
Posate di plastica – non riciclabili – Cassonetto indifferenziato;
Preservativi – non riciclabili – Cassonetto indifferenziato (non nel water!!!);
Prodotti chimici domestici (acqua ragia, detersivi, ammoniaca, smalti per le unghie..) – non riciclabili – Isole ecologiche e centri di raccolta;
Quaderni – riciclabili – Cassonetto della carta;
Ramaglie residui da giardino – utili per il compostaggio – Cassonetto indifferenziato;
Rasoi in plastica – non riciclabili – Cassonetto indifferenziato;
Rete da letto – riciclabile – Isole ecologiche e centri di raccolta;
Riviste – riciclabili – Cassonetto della carta;
Rubinetterie – riciclabili – Isole ecologiche e centri di raccolta;
Foto | Pixabay
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