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Meduse, alghe e acqua sporca: mare pulito con le barriere galleggianti?

Quando l’estate entra nel vivo, tre annosi problemi vengono a galla. Letteralmente. Il primo è quello delle meduse, che con le alte temperature dell’acqua si avvicinano alle rive. Il secondo è quello delle chiazze oleose di carburante sputato fuori dai motori di barche, yacht e gommoni. Il terzo è quello delle alghe, che dal mare si depositano sulle spiagge per poi marcire sotto il sole cocente.

I tre problemi derivano dall’uomo: le meduse solitamente vivono al largo, ma con l’innalzamento della temperatura del Mediterraneo dovuto ai cambiamenti climatici si avvicinano alle coste; le puzzolenti macchie oleose derivano dalla maleducazione di molti diportisti, che si avvicinano alle spiagge superando di gran lunga i limiti consentiti dalla legge; le alghe funzionano un po’ come le meduse: più calda è l’acqua e più si moltiplicano.

In attesa che il genere umano diventi più sensibile ed educato l’unico modo per godersi il mare d’estate è quello di adottare misure di adattamento. Una di quelle possibili, tra le tante, è l’installazione di barriere galleggianti da stendere a perimetro delle aree di balneazione più frequentate.

Indubbiamente è una soluzione con un impatto estetico e paesaggistico non indifferente, ma è allo stesso tempo una soluzione tampone rimovibile e di facile attuazione. A fine stagione, quando i bagnanti saranno tornati al lavoro nei loro uffici e avranno già iniziato a sognare la prossima vacanza, le barriere si potranno rimuovere.

La cosa interessante, però, è che soluzioni del genere spesso non sono altro che tecnologie ideate per risolvere problemi ben più gravi, ma che si rivelano utili ed efficaci anche per scopi più semplici. Tra le varie barriere galleggianti disponibili sul mercato, ad esempio, quelle dell’italiana AirBank nascono originariamente per contenere le fuoriuscite di petrolio dagli impianti di estrazione offshore.

Si tratta di fasce con una parte galleggiante e ben visibile a barche e natanti, che non possono oltrepassarla, che blocca gli inquinanti galleggianti e una sommersa che fa da argine a tutto ciò galleggia sotto il pelo dell’acqua entro qualche decina di centimetri.

Con lo stesso sistema si possono realizzare corridoi di entrata ed uscita per mezzi di soccorso, ad esempio bagnini e Protezione Civile a guardia delle spiagge, o aree di balneazione completamente isolate dal resto del mare. Utili, ad esempio, per realizzare aree dedicate ai bambini. Che siano proprio barriere del genere la soluzione ai danni creati dall’uomo all’ormai non più incontaminato Mar Mediterraneo?

Credit foto: AirBank

Peppe Croce

Giornalista e blogger, specializzato in ambiente, energie rinnovabili e mobilità sostenibile. Per Autoblog.it si occupa di auto elettriche, auto ibride e nuove tecnologie di mobilità, come le auto a guida autonoma. Per Ecoblog.it scrive su automobili elettriche, ibride, a idrogeno e a gas e di nuove soluzioni per il trasporto pubblico come gli autobus elettrici e il car sharing. Su Motoblog.it si occupa di accessori moto, raduni ed eventi per motociclisti. Per suggerimenti e correzioni: peppe.croce@blogo.it

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