Il Governo cinese, si sa, è uno strettissimo regolatore dell’economia del paese e mette bocca più o meno su tutto. Anche sulle immatricolazioni di auto, che sono contingentate per arginare i drammatici livelli del traffico nelle più grandi città cinesi.
La richiesta di immatricolazione di una nuova auto passa per una lista d’attesa in cui chi prima arriva più possibilità ha di ottenere la targa e poter circolare con la nuova auto. Chi “vince” la targa ha un tempo massimo di 12 mesi per comprare l’auto e immatricolarla con il permesso ricevuto.
Secondo la stampa cinese, per come traduce e riporta Quartz, le richieste di immatricolazione di auto elettriche e ibride superano in Cina di 5 volte la quota annuale messa a disposizione dal Governo. A Pechino, ad esempio, per il 2018 sono disponibili solo 54 mila targhe riservate a i veicoli green ma le richieste ammontano a 290 mila.
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Circa 250 mila cinesi di Pechino, quindi, vorrebbero circolare con un’auto ibrida o elettrica, ma non possono farlo perché non sono riusciti ad avere il permesso governativo.
Anche la pazza voglia di auto green, in Cina, è da collegare ad una chiara e precisa azione del Governo: oltre a sconti fiscali e incentivi vari, infatti, la politica cinese ha spinto l’auto elettrica limitando fortemente il numero delle immatricolazioni annue di auto diesel e benzina.
Dal 2014 la città di Pechino ha separato l’immatricolazione delle auto elettriche da quella delle benzina e diesel, creando due corsie parallele e offrendo sempre più targhe per le auto verdi e sempre meno per le tradizionali. Al momento ci sono in media 2.000 richieste di immatricolazione per ogni targa disponibile.
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