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Autobus elettrici: a Messina ne arrivano 13 tra le polemiche

Mancano al massimo due mesi per l’arrivo a Messina dei primi autobus elettrici: nei giorni scorsi il nuovo sindaco della città dello Stretto, Cateno De Luca, insieme al Managing Director di BYD Europe, Isbrand Ho, ha firmato il contratto di fornitura di 13 mezzi di trasporto pubblico urbano elettrici.

Gli autobus elettrici BYD che arriveranno a Messina sono lunghi 8,3 metri e possono trasportare 58 passeggeri (22 seduti e 36 in piedi), hanno due porte e due motori da 90 kW l’uno. La velocità massima è di 70 chilometri orari e le batterie sono due da 40 kWh ciascuna.

Anche Messina, quindi, nel suo piccolo partecipa alla rivoluzione mondiale in atto verso la mobilità sostenibile: decine di altre città nel mondo, in questi ultimi mesi, hanno acquistato autobus elettrici per il servizio urbano. Tra le aziende fornitrici dei mezzi elettrici la cinese BYD sembra avere un netto vantaggio.

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Queste le buone notizie, ora passiamo alle cattive. Con una logica molto italiana l’arrivo dei 13 autobus elettrici a Messina è stato accompagnato da una feroce polemica in città.

La gara d’appalto per la fornitura degli eBus a Messina, infatti, risale alla precedente amministrazione. Con un post su Facebook il nuovo sindaco Cateno De Luca, insediatosi il 26 giugno 2018, non ha perso occasione per criticare il suo predecessore in quanto, a suo dire, “ARRIVANO 16 AUTOBUS ELETTRICI MA NON È STATA PREVISTA LA COLONNINA PER CARICARLI E RICARICARLI !“. Testuali parole e post incorporato (sempre che non venga rimosso in futuro).

Secondo De Luca, quindi, gli autobus elettrici (16, numero errato) non potrebbero essere utilizzati poiché la precedente amministrazione non avrebbe acquistato anche le colonnine di ricarica. ATM, l’azienda di trasporto pubblico messinese attualmente diretta da uomini scelti dalla precedente amministrazione, non potrebbe quindi utilizzare i mezzi.

Nel giro di poche ore la notizia prima si diffonde a macchia d’olio e poi si trasforma in una fake news: su una pagina Facebook gestita da alcuni dipendenti e simpatizzanti di ATM (ma non è la pagina ufficiale dell’azienda pubblica), si fa notare che quanto dice De Luca è falso perché la fornitura delle colonnine spetta a BYD ed è già prevista nell’appalto:

Intervengono sulla vicenda anche i sindacati: Filt Cgil, Fiti cisl, Uiltrasporti in una nota congiunta confermano gli errori del sindaco e affermano che “Nel capitolato tecnico addirittura si forniscono precise indicazioni su come e dove dovranno essere realizzate le due stazioni di ricarica, con tutti i dettagli tecnici e progettuali. Dunque perché il sindaco parla di 16 bus in arrivo e colonnine dimenticate? Se non sono menzogne allora qualcuno non legge le carte e la situazione anche in questo caso poco ci rassicura“.

Il tutto si conclude con un secondo post di rettifica del sindaco di Messina, con il quale De Luca (che nel frattempo ha ricevuto maggiori informazioni sulla vicenda) rettifica il numero degli autobus e comunica che a mancare non saranno le colonnine, ma la stazione elettrica che andrà montata nel deposito degli autobus per fornire l’energia alle colonnine stesse:

In buona sostanza esiste già un progetto, per 800 mila euro e approvato sempre dalla precedente amministrazione, per la costruzione della stazione elettrica che servirà a far funzionare le colonnine per ricaricare gli autobus elettrici a Messina. Adesso si spera, ma sembra anche assai difficile, che questa infrastruttura elettrica venga realizzata prima dell’arrivo in città dei mezzi a emissioni zero.

Peppe Croce

Giornalista e blogger, specializzato in ambiente, energie rinnovabili e mobilità sostenibile. Per Autoblog.it si occupa di auto elettriche, auto ibride e nuove tecnologie di mobilità, come le auto a guida autonoma. Per Ecoblog.it scrive su automobili elettriche, ibride, a idrogeno e a gas e di nuove soluzioni per il trasporto pubblico come gli autobus elettrici e il car sharing. Su Motoblog.it si occupa di accessori moto, raduni ed eventi per motociclisti. Per suggerimenti e correzioni: peppe.croce@blogo.it

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