
Se hai questa cifra preparati: ti controllano il conto corrente e rischi grosso - ecoblog.it
Se il tuo conto corrente supera i 5.000 euro di giacenza media, scatta una tassa automatica: ecco quanto si paga, quando e quali sono i rischi legati all’accumulo di denaro senza investirlo.
In Italia non ci sono limiti legali alla somma che si può conservare su un conto corrente, ma superata una certa soglia entrano in gioco regole fiscali precise. Chi mantiene una giacenza media annua superiore a 5.000 euro è tenuto a versare un tributo fisso, noto come imposta di bollo sul conto corrente. Si tratta di una misura introdotta per tassare la liquidità inattiva, ovvero quei risparmi che restano fermi sul conto senza essere reinvestiti o utilizzati.
Il valore della giacenza viene calcolato come media aritmetica delle disponibilità giornaliere nell’arco dell’anno solare. Quando questa cifra supera i 5.000 euro, l’imposta scatta automaticamente. Per le persone fisiche l’importo è pari a 34,20 euro annui, mentre per le persone giuridiche l’onere sale a 100 euro. Il pagamento è effettuato direttamente dall’istituto di credito, che trattiene la somma e la versa all’Erario.
Quando si paga l’imposta di bollo e chi è coinvolto
L’imposta riguarda tutti i conti correnti e i conti deposito, indipendentemente dal numero di operazioni effettuate o dalla frequenza di utilizzo. L’unico criterio rilevante è quello della giacenza media superiore alla soglia prevista. Questo significa che anche un conto quasi mai movimentato, ma con un saldo elevato, può essere soggetto a tassazione. La data di addebito può variare. In molti casi l’imposta viene addebitata al 31 dicembre, ma alcune banche la suddividono su base trimestrale, in base alle condizioni contrattuali del conto. In alternativa, l’addebito può avvenire alla chiusura del conto, se avviene prima della fine dell’anno.

In presenza di più conti correnti intestati alla stessa persona, la soglia dei 5.000 euro si considera per singolo conto, non come somma totale. Questo dettaglio rende più facile superare il limite senza accorgersene, ad esempio con un conto secondario che ospita temporaneamente somme da accantonare. Chi non supera la soglia è esente: in assenza di una giacenza media annua superiore ai 5.000 euro, non è dovuta alcuna imposta. È quindi utile monitorare periodicamente l’andamento del saldo, specie in prossimità della fine dell’anno, per evitare costi inattesi.
Perché accumulare troppo sul conto può essere un rischio
Avere un saldo elevato sul conto può sembrare una scelta prudente, ma comporta alcuni svantaggi concreti. Il primo è legato al potere d’acquisto: tenere denaro fermo in un contesto inflazionistico significa perdere valore reale ogni mese. I prezzi aumentano, ma la cifra depositata resta immutata, portando a una progressiva erosione del capitale.
Il secondo rischio è legato alla mancanza di rendimento. I conti correnti standard, infatti, non offrono interessi apprezzabili. In pratica, mentre il costo dell’imposta è certo, i guadagni restano nulli o simbolici.
Per evitare queste conseguenze, si può valutare il trasferimento delle somme eccedenti su strumenti di investimento alternativi. I conti deposito vincolati offrono tassi più interessanti e conservano la stessa sicurezza. Chi ha maggiore propensione al rischio può considerare fondi comuni, obbligazioni o strumenti del mercato azionario, con l’obiettivo di ottenere rendimenti più alti sul lungo periodo.
In ogni caso, la regola è semplice: monitorare il conto, conoscere le soglie fiscali e pianificare i risparmi. Anche pochi euro di differenza nella giacenza media possono decidere se pagare o meno una tassa che, nel tempo, incide sul bilancio personale.