
In Italia c’è un un’oasi segreta, considerata la più bella del mondo ( Fonte IG @giardinodininfa ) - ecoblog.it
Nel cuore dell’Agro Pontino, un giardino unico in Europa accoglie visitatori tra aceri giapponesi, ruderi medievali e acque cristalline. Solo in primavera ed estate, e solo su prenotazione.
La primavera è iniziata da poche settimane e la fioritura ha già trasformato il paesaggio di molte zone d’Italia. Tra i luoghi dove il risveglio della natura si manifesta con maggiore forza c’è un angolo nascosto nel Lazio, considerato tra i giardini più suggestivi d’Europa: il Giardino di Ninfa. Siamo nel territorio di Cisterna di Latina, a poco più di un’ora da Roma, dove un parco botanico nato sulle rovine dell’antica città medievale di Ninfa si offre ai visitatori per pochi giorni all’anno.
Non è raro che il Giardino venga definito “il più romantico del mondo”. Non lo dicono solo i turisti: anche il New York Times lo ha scritto nero su bianco. Un luogo dove il tempo sembra fermarsi, frequentato in passato da figure come Virginia Woolf, Truman Capote, Giuseppe Ungaretti e Gabriele D’Annunzio. E non è solo una questione estetica: Ninfa è anche Oasi WWF dal 1976 e Monumento Naturale del Lazio dal 2000.
Un viaggio tra le rovine e le acque del Giardino di Ninfa
Varcato l’ingresso, si entra in un mondo parallelo. Le rovine della città medievale sono ancora visibili: torri spezzate, archi di pietra, i resti di un’antica chiesa. Ma il cuore del giardino sono le specie botaniche e l’equilibrio tra acqua e vegetazione. Il fiume Ninfa attraversa gli 8 ettari del parco e alimenta un laghetto cristallino dove si specchiano aceri giapponesi e meli ornamentali.

All’interno si contano oltre 1.300 varietà di piante, curate manualmente senza pesticidi o mezzi invasivi. Ci sono 19 tipi diversi di magnolie decidue, rose antiche e una quantità di esemplari provenienti da ogni continente. La presenza del fiume e del microclima generato dalla vegetazione favorisce la sopravvivenza di oltre 150 specie di uccelli, rendendo Ninfa anche un sito privilegiato per l’ornitologia.
È un luogo che si visita in silenzio, spesso in piccoli gruppi, accompagnati da guide autorizzate. La delicatezza dell’ecosistema impone limiti precisi: niente accessi liberi, niente percorsi improvvisati. Le aperture sono decise anno per anno e pubblicate sul sito ufficiale della Fondazione Roffredo Caetani, che gestisce il sito. I mesi ideali sono aprile e maggio, quando la fioritura è nel pieno del suo ciclo vitale.
Come raggiungere Ninfa e cosa vedere nei dintorni
Per chi arriva in auto da nord, l’itinerario più pratico prevede di seguire la SS148 Pontina verso Latina e uscire a Borgo Sabotino, per poi proseguire in direzione Cisterna. Da sud, si consiglia l’uscita Frosinone sull’A1 e il proseguimento verso Latina seguendo la Via Appia. Una volta in zona, la segnaletica conduce chiaramente verso il parcheggio riservato ai visitatori.
In treno, la stazione più vicina è Latina Scalo. Da lì, bastano circa 10 minuti di taxi per raggiungere l’ingresso del giardino. Un tragitto breve, che molti abbinano a una gita di giornata da Roma o Napoli.
Una volta terminata la visita, che dura poco più di un’ora, conviene approfittare del viaggio per scoprire anche i dintorni di Ninfa. A meno di 10 minuti si trova l’Abbazia di Valvisciolo, affacciata sulla Valle dell’Usignolo, uno dei luoghi panoramici più fotografati della zona.
Non lontani ci sono anche due borghi che meritano attenzione: Norma, che domina l’Oasi dall’alto e regala una vista aperta sull’Agro Pontino, e Sermoneta, con il suo Castello Caetani, le case in pietra e le botteghe artigiane. Luoghi dove la cucina laziale è protagonista, e dove l’atmosfera resta autentica anche fuori stagione.
Ninfa non è solo una meta botanica. È un punto di incontro tra natura, storia e memoria, dove ogni dettaglio – dal suono dell’acqua al profilo dei ruderi – contribuisce a un racconto che non ha bisogno di effetti speciali. Solo silenzio, luce e fioriture.