
Nuova ondata di caldo torrido - ecoblog.it
Senza aria condizionata, ma con meno caldo: scopri tre soluzioni efficaci e naturali studiate dal Politecnico di Torino e dall’Università di Berkeley per rinfrescare casa senza spendere energia.
Sopravvivere all’estate senza aria condizionata non è solo una sfida da affrontare con coraggio, ma un obiettivo possibile secondo gli studi più recenti condotti da alcune tra le università più autorevoli al mondo. A partire dal Politecnico di Torino, fino ai laboratori di ingegneria ambientale dell’Università di Berkeley, l’obiettivo non è più raffreddare gli ambienti, ma abbassare la temperatura percepita dal corpo umano in modo naturale.
Un condizionatore acceso per 90 giorni all’anno consuma mediamente 450 kWh per abitazione, con un costo stimato di oltre 120 euro a stagione. Una spesa che può diventare insostenibile, soprattutto in estate, quando le temperature sfiorano i 40 gradi e le notti restano afose. Ma esistono alternative efficaci, alcune già sperimentate, altre in fase di sviluppo, che puntano su strategie passive e materiali intelligenti. Marco Simonetti, docente del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino, riassume così il principio: «Non serve raffreddare l’aria. Basta raffreddare i corpi». E per farlo bisogna agire su tre fronti: irraggiamento, ventilazione e umidità.
Schermare l’irraggiamento: ombra e pareti radianti
Il primo elemento che contribuisce alla sensazione di caldo è l’irraggiamento solare diretto. Le superfici esposte al sole, come muri esterni o finestre orientate a sud, accumulano calore durante il giorno e lo rilasciano nelle ore notturne, trasformando le stanze in vere e proprie camere termiche. Il rimedio più immediato è schermare la luce: tapparelle abbassate, tende spesse, ombreggiature esterne. Ma la ricerca va oltre. Secondo gli studi del Politecnico, soluzioni come pavimenti e soffitti radianti raffreddati ad acqua riducono del 60-70% il carico termico percepito. Si tratta dello stesso principio del riscaldamento a pavimento, ma al contrario: l’acqua a 15°C (spesso prelevata direttamente dalla falda) circola sotto il pavimento o nel soffitto, assorbendo il calore dell’ambiente e abbassando la temperatura delle superfici. Questo sistema, già adottato in molti uffici, potrebbe diventare una risorsa domestica concreta, soprattutto in abitazioni ben isolate. La sensazione che si ottiene non è quella di aria fredda, ma di un ambiente che non irradia calore, migliorando il comfort in modo costante.

Il secondo grande alleato del caldo è l’umidità. Quando l’aria è satura di vapore, il nostro corpo fatica a dissipare calore attraverso la sudorazione, e anche una stanza a 28°C può risultare soffocante. A Torino, il 30-40% dei consumi dei climatizzatori è legato alla deumidificazione. A Singapore questa quota supera il 70%. Una delle tecnologie più promettenti è il solar cooling, che sfrutta materiali porosi assorbenti simili a spugne. Questi materiali catturano il vapore presente nell’ambiente e lo rilasciano una volta esposti al calore di un pannello solare termico, senza bisogno di corrente elettrica. Il ciclo è continuo: i materiali si caricano durante il giorno e si rigenerano con il sole. Non sono ancora diffusi in ambito domestico, ma diversi prototipi sono già in fase di test in collaborazione con aziende e laboratori europei, e potrebbero rappresentare un’alternativa sostenibile e a basso costo energetico per il futuro.
Corrente d’aria: pale e ventilatori del futuro
Il terzo pilastro per rinfrescare il corpo umano è il movimento dell’aria. La ventilazione naturale, quella che le nostre nonne ottenevano aprendo finestre contrapposte nelle ore più fresche della giornata, ha oggi una nuova veste scientifica. Gli ingegneri dell’Università di Berkeley stanno studiando pale da soffitto intelligenti, capaci di variare intensità, rotazione e flusso d’aria in base alla temperatura percepita. L’obiettivo è aumentare lo scambio convettivo tra la pelle e l’aria in movimento, facilitando l’evaporazione del sudore e abbassando la sensazione di afa anche di 2 o 3 gradi.
Queste nuove tecnologie non raffreddano davvero la stanza, ma ci fanno sentire più freschi, senza dover abbassare i termostati. Una strategia semplice, che si adatta perfettamente sia a climi umidi, sia a estati secche e caldissime. L’unione tra tecniche tradizionali e innovazione ingegneristica potrebbe rappresentare la via più efficace per un futuro in cui l’aria condizionata non sia l’unica soluzione al caldo estremo.