
Buone notizie per tutti questi lavoratori, i loro assegni di pensioni saranno ricalcolati - ecoblog.it
Sanatoria Inps sui contributi mai registrati prima del 2005: chi è andato in pensione dopo il 2022 può avere ricalcoli sugli assegni e sulla buonuscita. Ecco come funziona.
Una novità di rilievo per migliaia di pensionati pubblici: l’Inps ha aperto la strada a una sanatoria dei contributi mai contabilizzati prima del 2005. Grazie a questa operazione, i vuoti accumulati negli anni da molte amministrazioni potranno essere sanati, con effetti diretti sia sugli assegni pensionistici più recenti che sulle indennità di fine servizio. L’obiettivo è duplice: correggere errori storici ed evitare contenziosi che hanno pesato per anni tra lavoratori ed enti pubblici.
Come funziona la regolarizzazione dei contributi
La possibilità di sanare le posizioni nasce con la Legge di Bilancio 2024, che ha concesso alle amministrazioni pubbliche di inviare all’Inps i flussi UniEmens/ListaPosPa relativi ai contributi mancanti. Si tratta di una procedura che consente di riallineare le posizioni senza che gli enti debbano versare direttamente arretrati.

Quando da queste comunicazioni emergono discrepanze, l’Inps procede al ricalcolo degli assegni pensionistici più recenti, con eventuale richiesta di recupero delle somme in eccesso erogate e a carico delle amministrazioni. Sono già state diffuse linee guida per uniformare le procedure e ridurre al minimo il rischio di nuovi ricorsi.
Questa misura non riguarda tutti i trattamenti. La finestra di intervento, infatti, è limitata alle pensioni liquidate da meno di tre anni. Per gli assegni più datati non è previsto alcun ricalcolo diretto nei confronti del pensionato.
Chi rischia ricalcoli e quali effetti su Tfs e Tfr
Per i pensionati usciti dal servizio dopo il 2022 è concreto il rischio–o la possibilità–di vedere modificato l’importo mensile percepito. In molti casi il ricalcolo si tradurrà in un incremento dell’assegno, perché diverse amministrazioni avevano versato meno del dovuto negli anni precedenti.
Diversa la situazione per gli assegni consolidati da oltre tre anni: qui non si interviene direttamente sul pensionato, ma sull’ente datore di lavoro, che dovrà restituire all’Inps le somme versate in eccesso. Il termine di prescrizione dei contributi è stato prorogato fino alla fine del 2025, offrendo più tempo sia ai lavoratori per far valere i propri diritti, sia alle amministrazioni per regolarizzare i conti.
Gli effetti della sanatoria toccano anche le indennità di fine servizio (Tfs) e di fine rapporto (Tfr). Se emerge che la buonuscita è stata calcolata in eccesso, l’Inps può richiedere la restituzione con un piano di riliquidazione, rateale o in un’unica soluzione. Se invece il ricalcolo porta alla scoperta di contributi mancanti, i beneficiari potrebbero ricevere un’integrazione.
Secondo Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, la maggior parte dei ricalcoli porterà a un risultato favorevole per i pensionati, con assegni più alti e buonuscite adeguate. Non è escluso che nel 2026 venga previsto un fondo dedicato in Legge di Bilancio per coprire gli oneri derivanti dagli incrementi.
Per chi ha lavorato nel settore pubblico, questa sanatoria rappresenta una delle più significative operazioni di allineamento contributivo degli ultimi anni. I prossimi mesi saranno cruciali per capire quanti assegni verranno effettivamente ricalcolati e in che misura cambieranno gli importi.