
Allarme cimice assassina: la sua presenza in Italia preoccupa gli esperti - ecoblog.it
Un insetto predatore arrivato dal Nord America si è stabilito in diverse regioni italiane: utile contro i parassiti, ma capace di mordere l’uomo causando dolore e reazioni fastidiose.
La cosiddetta cimice assassina, nome comune dell’insetto Zelus renardii, è ormai diventata un ospite abituale anche nel nostro Paese. La sua presenza è stata documentata in diverse regioni, dal Lazio alla Basilicata, passando per Liguria, Sicilia e Sardegna. Predatore efficace contro parassiti dannosi per l’agricoltura, come la sputacchina che trasmette la Xylella agli ulivi, suscita però preoccupazioni quando entra in contatto con l’uomo. In rari casi, infatti, questo insetto può mordere, causando dolore intenso e reazioni locali che si risolvono solo dopo alcuni giorni. La sua diffusione solleva interrogativi sulla gestione della specie e sugli effetti che potrà avere negli ecosistemi italiani.
Origini e comportamento di un predatore adattabile
La storia della Zelus renardii parte dal Nord America, da dove l’insetto ha raggiunto l’Europa probabilmente nascosto tra merci e piante ornamentali. La sua capacità di adattamento è notevole: si trova nei giardini privati, negli orti, nei parchi pubblici e perfino su balconi fioriti. A differenza delle classiche cimici verdi o marroni, non è attirata dalla luce domestica e difficilmente entra nelle abitazioni senza motivo. Preferisce ambienti all’aperto, soprattutto tra la tarda primavera e l’estate, quando diventa particolarmente attiva nella caccia agli insetti.

Il suo metodo di predazione è tanto semplice quanto efficace. Le zampe anteriori sono ricoperte da una sostanza collosa che immobilizza la preda, permettendo all’insetto di trafiggerla con il rostro e succhiarne i liquidi interni. Questo comportamento ricorda quello delle mantidi religiose, con cui condivide l’agilità e la precisione negli attacchi. Non a caso, in ambito agricolo viene spesso considerata un alleato naturale: elimina afidi, mosche della frutta, cicaline e persino alcuni parassiti degli ulivi.
La sua presenza, però, non è del tutto priva di rischi per l’equilibrio ecologico. La cimice assassina infatti non distingue tra insetti dannosi e insetti utili, e può colpire anche specie come la coccinella o altri predatori naturali fondamentali per il controllo biologico. Per questo motivo gli esperti tendono a definirla una specie “doppio taglio”, capace di portare benefici ma anche potenziali squilibri se la sua diffusione dovesse crescere oltre misura. Negli ultimi anni le segnalazioni in Italia sono aumentate. A Roma la si trova nei parchi cittadini, in Basilicata negli spazi agricoli, mentre lungo le coste della Sicilia e della Sardegna è stata osservata tra le siepi ornamentali. Questa capacità di colonizzare ambienti antropizzati dimostra la sua straordinaria flessibilità, che l’ha resa una delle specie invasive più discusse dell’ultimo decennio.
Il morso all’uomo e cosa fare in caso di puntura
La domanda che spesso si pongono i cittadini riguarda i rischi per la salute. È bene chiarire che la cimice assassina non trasmette malattie, non succhia sangue e non va paragonata a zanzare o altri insetti vettori. Tuttavia, se disturbata o schiacciata contro la pelle, può reagire mordendo. L’episodio si verifica di solito in circostanze accidentali: l’insetto nascosto tra i panni stesi, dentro una scarpa o nella biancheria viene a contatto diretto con la pelle e, sentendosi intrappolato, colpisce.
Chi ha sperimentato il morso lo descrive come molto doloroso, spesso più intenso di una puntura d’ape. Il dolore è immediato e può essere seguito da rossore, gonfiore e prurito persistente, che in alcuni casi durano anche diversi giorni. In situazioni rare si sono osservati sintomi più accentuati, simili a una reazione allergica: febbricola, linfonodi ingrossati e senso di malessere generale. Nella grande maggioranza dei casi, però, la guarigione è completa senza complicazioni.
In caso di puntura i medici consigliano di lavare subito la zona con acqua e sapone, applicare del ghiaccio per ridurre dolore e gonfiore e, se necessario, utilizzare creme antistaminiche o pomate al cortisone per alleviare il prurito. In presenza di dolore persistente si può ricorrere a farmaci da banco come paracetamolo o ibuprofene. Se dopo 48 ore il gonfiore peggiora o compaiono sintomi insoliti, è prudente rivolgersi a un medico.
Nonostante l’aspetto e il nome inquietante, questo insetto non rappresenta un pericolo sanitario paragonabile ad altri organismi invasivi. La precauzione principale resta quella di non maneggiarla a mani nude e, se entra accidentalmente in casa, di allontanarla con un foglio o un bicchiere evitando di schiacciarla.
La diffusione della cimice assassina nel nostro Paese resta oggetto di monitoraggio, soprattutto in relazione all’agricoltura e alla biodiversità. La sua capacità di agire sia come alleato sia come minaccia indiretta rende questa specie un caso emblematico delle conseguenze legate all’introduzione di organismi non autoctoni nei nostri ecosistemi.