
Questo piccolo borgo non lo conosce nessuno eppure è uno dei più belli in Europa ( Fonte FB @Pro Loco Roccantica ) - ecoblog.it
Un trekking urbano tra le colline del Lazio porta a Roccantica, un borgo medievale della Sabina dove la storia incontra paesaggi incantati e antiche leggende.
Roccantica si trova a circa 70 chilometri da Roma, arroccata su un pendio che domina la Valle Scura. Il borgo, con meno di 600 abitanti, è rimasto intatto nella sua anima medievale, tra cinte murarie, torri e chiese che raccontano secoli di vicende. La sua posizione, incastonata nei boschi della Sabina, regala un paesaggio suggestivo che richiama pellegrini, escursionisti e viaggiatori curiosi. Camminare per le sue stradine acciottolate significa entrare in una dimensione sospesa, dove ogni pietra conserva la memoria di antiche battaglie e di fede profonda.
Roccantica e le sue radici tra abbazie, torri e feste medievali
Le prime menzioni storiche di Roccantica risalgono all’VIII secolo con il nome di fundus antiquum. In quel periodo i monaci dell’Abbazia di Farfa esercitavano il controllo sul territorio, che fu presto fortificato per difendersi dalle incursioni saracene. Le mura, insieme alle tre porte di accesso – Porta Reatina, Porta dell’Arco e Porta Nuova – trasformarono il villaggio in una vera roccaforte. Durante il Medioevo, Roccantica divenne teatro di lotte legate all’elezione papale, in particolare tra i sostenitori di Benedetto X e Niccolò II. Ancora oggi il paese conserva tracce di quell’epoca: la Torre di Niccolò II si erge come simbolo del potere e della resistenza di allora.

Tra i luoghi di culto più significativi spiccano la Chiesa di Santa Caterina di Alessandria, che custodisce affreschi trecenteschi, e la Chiesa di San Valentino, patrono del borgo, riconoscibile dal campanile che scandisce il tempo. Sulla sommità del paese si trova anche la Chiesa della Madonna di Piedirocca, da cui si apre un panorama che abbraccia le valli circostanti. Non è solo la storia a rendere viva Roccantica, ma anche le tradizioni popolari. Ogni agosto il borgo si anima con il Festival Medievale, tra cortei in costume, tamburi, danze e banchetti che riportano i visitatori indietro di secoli. Nei mesi più freddi, invece, gli abitanti celebrano la gastronomia locale con la sagra della polenta grigliata e quella dei frittelli, specialità di broccoli pastellati e fritti che attirano centinaia di persone.
Natura, eremi e leggende: i sentieri che circondano il borgo
Attorno a Roccantica si sviluppa un ambiente naturale ricco di suggestioni. I boschi della Sabina custodiscono eremi rupestri, sorgenti e fenomeni carsici che hanno alimentato leggende secolari. Un itinerario molto frequentato porta all’Eremo di San Leonardo, un romitorio scavato nella roccia tra l’VIII e il IX secolo. Qui resistono ancora tracce di affreschi che raffigurano il santo e Santa Caterina, testimonianza di un passato di devozione e isolamento monastico.
Proseguendo lungo il cammino si raggiunge la Dolina del Revotano, una depressione naturale che, secondo la tradizione popolare, sarebbe nata dal crollo di un villaggio intero inghiottito dalla terra. La fitta vegetazione di muschi e felci che ricopre le pareti crea un’atmosfera quasi irreale, spesso descritta dai visitatori come fiabesca.
La natura si mescola alla cultura anche nel Roseto Vacunae Rosae, aperto in primavera e concepito come un giardino emozionale: oltre 4.500 varietà di rose si distribuiscono su due ettari, formando un percorso che unisce botanica e arte paesaggistica.
Il torrente Galantina, con il suo antico mulino e la piccola cascata, accompagna i passi di chi sceglie il trekking urbano e i sentieri che si snodano attorno al borgo. Ogni angolo di questo territorio appare segnato da una stratificazione di storie e credenze che, ancora oggi, convivono con la vita quotidiana degli abitanti.
Visitare Roccantica significa quindi vivere un’esperienza completa, che unisce il fascino delle pietre medievali alle voci della natura. In poche ore di cammino si può passare da un vicolo silenzioso a una rupe abitata da leggende, in un intreccio che continua ad affascinare chi arriva fin quassù.