
Le città meno accoglienti in Italia: la classifica (inaspettata), al primo posto l’icona dei turisti - ecoblog.it
Un’indagine su 19 città italiane ha rivelato quali sono i comportamenti quotidiani considerati più scortesi e quali città guidano la classifica della maleducazione.
Un’indagine condotta da Preply ha analizzato il tema della maleducazione urbana in Italia, raccogliendo le risposte di 1.558 persone tra residenti e turisti. I partecipanti hanno descritto i comportamenti più fastidiosi riscontrati nella vita quotidiana, tracciando una mappa sociale che va oltre i semplici luoghi comuni. Il risultato è una classifica sorprendente, che mostra come la percezione della scortesia non coincida sempre con il caos o l’affollamento delle grandi città.
Le città più maleducate e quelle più educate secondo l’indagine
Dallo studio emerge che Taranto occupa il primo posto tra le città percepite come più maleducate, seguita da Torino e Trieste. Tra le ragioni principali figurano la scarsa abitudine a lasciare la mancia, l’uso eccessivo del cellulare durante le conversazioni e comportamenti scortesi negli spazi pubblici. Il caso di Venezia è significativo: pur essendo una delle città più romantiche e visitate al mondo, rientra tra le meno educate. L’afflusso di oltre 13 milioni di turisti l’anno crea spesso tensioni con i residenti, generando incomprensioni e nervosismi che alimentano la percezione di maleducazione.

Diversa la situazione a Padova, che emerge come una delle città considerate più cortesi. Qui il rispetto delle regole di convivenza e la maggiore disponibilità al dialogo hanno convinto gli intervistati a inserirla tra le più “educate”. Il fenomeno non riguarda soltanto chi vive stabilmente in città. Secondo la ricerca, circa il 47% dei comportamenti scortesi è attribuito anche ai turisti. Città come Catania e Parma hanno infatti registrato un impatto significativo legato proprio ai visitatori, che contribuiscono alla percezione negativa diffusa.
I comportamenti più fastidiosi osservati nelle città italiane
L’indagine non si concentra su episodi gravi, ma su abitudini quotidiane che sommate costruiscono l’immagine di una città. A Trieste, ad esempio, molti segnalano l’uso costante del cellulare in pubblico, anche durante incontri sociali, gesto percepito come disinteressato o maleducato. A Catania, la lamentela principale riguarda il livello di rumorosità in strada e nei luoghi affollati. A Parma, uno dei comportamenti più citati è la mancata abitudine di lasciare una mancia nei locali, gesto visto come segno di cortesia nei rapporti con il personale. A Genova, numerosi intervistati hanno indicato l’abitudine di guardare video con volume alto in spazi comuni, disturbando chi si trova nelle vicinanze.
Nelle città del Nord come Brescia e la stessa Venezia è stata segnalata una certa chiusura nei confronti degli sconosciuti, con atteggiamenti percepiti come freddi o distaccati. In contrasto, realtà come Napoli e Palermo, spesso associate al caos e alla densità abitativa, non compaiono tra le città più maleducate: qui la cultura dell’accoglienza e la forte socialità sembrano incidere positivamente sulla percezione generale. Il quadro che emerge mostra come la maleducazione non sia un fatto isolato, ma il risultato di piccoli comportamenti quotidiani, dal rispetto degli spazi comuni al modo di rapportarsi con sconosciuti e operatori dei servizi. In un’Italia attraversata da flussi turistici costanti e sempre più connessa, la convivenza civile si conferma una sfida che riguarda sia i residenti che i visitatori.