
Auto, l'abitacolo è pieno di sostanze cancerogene che respiriamo: come proteggersi secondo l'esperta - ecoblog.it
Ritardanti di fiamma volatili nell’aria dei veicoli: i dati Duke University evidenziano rischi per la salute. L’appello degli esperti per un cambio normativo.
Un allarmante studio condotto da un team di ricercatori della Duke University (Durham, Stati Uniti) ha rivelato l’ampia diffusione di sostanze chimiche potenzialmente cancerogene all’interno degli abitacoli dei veicoli. Sollevando significative preoccupazioni per la salute pubblica. La ricerca, pubblicata nel maggio 2024 sulla rivista Environmental Science & Technology, ha testato 101 autovetture prodotte negli Stati Uniti a partire dal 2015, rilevando livelli elevati di esteri organofosfati (OPE) nell’aria interna del 99% dei veicoli analizzati.
Il focus principale dell’indagine è ricaduto sul TCIPP, una sostanza comunemente utilizzata come ritardante di fiamma nella schiuma interna dei sedili e dei rivestimenti veicolari. L’importanza del riscontro risiede nel fatto che studi pre-clinici su animali hanno stabilito un nesso tra l’esposizione a TCIPP e un maggiore rischio di cancro. Tale riscontro pone interrogativi diretti sui potenziali effetti sulla salute umana derivanti dall’inalazione costante di queste molecole semivolatili.
Come evidenziato dalla professoressa Rebecca Hoehn della Duke University, autrice principale dello studio, il dato è particolarmente critico se si considera che “il conducente medio di un’auto trascorre circa un’ora ogni giorno in macchina”, accumulando un’esposizione non trascurabile. Sebbene lo studio sia limitato ai veicoli prodotti per il mercato statunitense, l’ubiquità di tali ritardanti di fiamma nell’industria automobilistica globale suggerisce la necessità di indagini approfondite anche sul parco veicoli europeo.
Analisi dei Contaminanti e Fattori di Rischio
Oltre al TCIPP, l’analisi ha riscontrato l’ampia diffusione di altri ritardanti di fiamma. Tra cui il tris (1,3-dicloro-2-propil) fosfato (TDCIPP) e il tris (2-cloroetil) fosfato (TCEP). Tali sostanze sono note per le loro potenziali conseguenze dannose per la salute umana, quali danni neurologici e tossicità a livello riproduttivo, aggravando il quadro di rischio chimico all’interno degli ambienti chiusi delle auto.
Un elemento chiave emerso dalla ricerca è l’influenza diretta della temperatura ambientale sull’emissione di OPE. Temperature più elevate favoriscono il rilascio di queste sostanze chimiche nell’aria dell’abitacolo, aumentando significativamente il livello di rischio per i passeggeri. Il rischio è particolarmente acuto per due categorie demografiche:
Pendolari: Coloro che trascorrono quotidianamente lunghe ore alla guida accumulano un’esposizione cronica e prolungata.
Bambini: A causa della loro maggiore frequenza respiratoria in proporzione alla massa corporea, i bambini possono essere esposti a dosi proporzionalmente più elevate di questi contaminanti.

Di fronte all’evidenza che i ritardanti di fiamma sono rilasciati attivamente nell’aria respirabile, è imperativo adottare misure sia a livello individuale che normativo per mitigare l’esposizione.
La dottoressa Lydia Jahl del Green Science Policy Institute di Berkeley, coautrice dello studio, raccomanda due strategie immediate e pratiche per i conducenti. Aprire i finestrini per favorire il ricambio d’aria e parcheggiare all’ombra per ridurre l’accumulo di calore che catalizza il rilascio dei composti.
Gli esperti concordano, tuttavia, che la soluzione strutturale risieda nell’intervento dell’industria e della regolamentazione. L’appello è unanime: è necessario limitare l’uso di OPE negli interni dei veicoli ed esplorare con urgenza alternative meno tossiche. Garantendo la protezione dagli incendi senza compromettere la salute dei passeggeri.
Le future direttive in materia di sicurezza veicolare dovranno inevitabilmente integrare considerazioni approfondite sulla composizione chimica dei materiali interni. Per assicurare un ambiente di viaggio salubre e conforme ai più elevati standard tossicologici.