Ti senti strano oggi? Tutta colpa dell'Ora Solare: cosa è accaduto al tuo corpo - ecoblog.it
Alle 3:00 le lancette tornano indietro di un’ora. Un gesto automatico per molti, ma che apre da anni un acceso dibattito tra risparmio energetico e benessere.
Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025 si tornerà all’ora solare. Alle 03:00 le lancette dovranno essere spostate indietro di un’ora, segnando ufficialmente le 02:00. Un piccolo gesto che ogni anno segna la fine dell’estate e l’arrivo dei mesi più brevi e freddi. Molti lo vivono come una curiosità, altri come un fastidio, ma dietro a questo semplice cambio c’è una lunga storia che intreccia esigenze energetiche, studi scientifici e decisioni politiche ancora sospese.
Quando si cambia l’orario e cosa comporta davvero
Il passaggio all’ora solare segna il ritorno all’orario “naturale”, quello che segue il movimento del Sole sul meridiano locale. In pratica, le giornate appariranno più corte: il sole tramonterà prima, ma le mattine torneranno a illuminarsi un po’ prima del solito. L’Italia, come gli altri Paesi dell’Unione Europea, effettua questa variazione l’ultima domenica di ottobre, mentre l’ora legale riprende l’ultima domenica di marzo.
L’origine dell’ora legale risale al 1916, durante la Prima guerra mondiale, quando si decise di spostare avanti le lancette per sfruttare meglio le ore di luce e risparmiare energia elettrica. Una misura pratica, nata per ridurre i consumi in un periodo di scarsità di risorse. Dopo varie interruzioni e ripristini, nel 1966 la legge italiana n.1144 rese ufficiale l’introduzione dell’ora legale, che nel tempo è diventata una consuetudine stabile.

Oggi il cambio d’orario continua a essere applicato ogni anno, ma non senza polemiche. Alcuni esperti ne sottolineano i vantaggi economici, altri mettono in luce gli effetti sulla salute e sul ritmo biologico delle persone. Il CNR e Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, stimano che nel 2025 l’ora legale abbia consentito un risparmio di circa 330 milioni di kWh di energia, equivalenti al consumo medio di 125 mila famiglie. Oltre al risparmio economico — circa 100 milioni di euro — si è evitata l’immissione di 160 mila tonnellate di CO₂ nell’atmosfera.
Dal 2004 al 2024, il risparmio complessivo per il Paese ha raggiunto 11,7 miliardi di kWh, con un valore economico stimato in oltre 2,2 miliardi di euro. I mesi che generano più vantaggio sono aprile e ottobre, quando si riesce a sfruttare meglio la luce del tardo pomeriggio. Eppure non mancano i dubbi. Alcuni ricercatori sostengono che il guadagno energetico sia ormai marginale, vista l’efficienza dei moderni impianti di illuminazione. Altri mettono in guardia dagli effetti che lo spostamento orario può avere sul corpo umano, in particolare sul ritmo circadiano che regola sonno e veglia.
Gli effetti sulla salute e il futuro del cambio orario
Secondo studi pubblicati tra il 2018 e il 2020 (Roenneberg, Manfredini, Lins), il cambio dell’ora può influire sull’equilibrio fisiologico del corpo, alterando i cicli naturali del sonno e della concentrazione. Nei giorni successivi al passaggio, molte persone riferiscono stanchezza, difficoltà di concentrazione e insonnia. In rari casi, i dati medici mostrano un aumento di infarti e crisi depressive nelle 48 ore successive al cambio orario. Non si tratta di allarmismi, ma di una conferma del fatto che anche una sola ora può influire sul nostro sistema biologico, soprattutto in chi ha un ritmo di vita regolare o soffre di disturbi del sonno.
Il tema è arrivato fino a Bruxelles. Nel 2018 il Parlamento Europeo ha avviato una consultazione pubblica per decidere se mantenere o abolire il cambio d’ora. La risposta dei cittadini è stata netta: l’84% si è dichiarato favorevole alla sua eliminazione. Un anno dopo, nel 2019, la Commissione ha votato a favore della fine dell’alternanza tra ora legale e solare, lasciando però ai singoli Stati la possibilità di scegliere quale mantenere tutto l’anno. Ogni Paese avrebbe dovuto decidere entro il 2021, ma la pandemia e le divergenze interne hanno bloccato il processo. A oggi, nessuna direttiva è stata approvata, e il sistema di doppio orario resta in vigore.
L’Italia non ha ancora espresso una posizione definitiva. Secondo il Ministero dell’Ambiente, l’abolizione del cambio d’ora andrebbe valutata anche in base ai risparmi effettivi e alle esigenze delle imprese. Intanto, il calendario resta invariato: domenica 26 ottobre 2025 si dormirà un’ora in più, e alle 3:00 le lancette torneranno indietro di sessanta minuti. Il dibattito resta aperto. Ogni autunno, tra chi apprezza l’ora di sonno guadagnata e chi si lamenta del buio precoce, il cambio dell’ora torna a dividere gli italiani. E finché l’Unione Europea non troverà un accordo definitivo, continueremo a spostare le lancette, avanti e indietro, due volte l’anno.
