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Clima

L’utopia del carbone pulito nell’onesto dossier del National Geographic

La filiera dell’energia a carbone viene analizzata in 26 pagine corredate da splendide foto dal National Geographic, un lavoro giornalistico pulito e onesto che fa riflettere anche sullo stato dell’informazione in Italia

Il carbone è tutto intorno a noi, parafrasando una famosa pubblicità. In Italia abbiamo 13 centrali a carbone che inquinano, perché bruciare carbone inquina. National Geographic molto coraggiosamente pubblica un reportage di 26 pagine dedicato proprio al carbone e analizzando questo carburante, il suo uso e le prospettive in maniera completa e complessa. Ne fa una egregia disamina SpeziaPolis che racconta in effetti il perché il carbone sia ancora una delle forme di energia fossile tra le più usate e del perché la lobby del carbone ci tenga tanto a accentrare ulteriormente il suo potere proprio su questo combustibile.
NatGeo intervista il presidente di Assocarboni, WWF e l’ISPRA che sottolinea come:

le emissioni di particolato delle centrali a carbone in Italia sono trascurabili mentre è significativo l’impatto per gli ossidi di zolfo e per i metalli pesanti.

Sostanzialmente NatGeo effettua una ricerca approfondita sull’intera filiera energetica dall’estrazione del carbone alla combustione nelle centrali elettriche. E’ una filiera inquinata in ogni sua fase e resta tale, seppur si dovesse riuscire a contrastare in qualche modo il dannoso effetto delle emissioni.

Un referendum per chiudere le 13 centrali a carbone in Italia

Analizza NatGeo anche la soluzione proposta dello stoccaggio della CO2, ovvero di uno di quegli argomenti sbandierati dai sostenitori del carbone ma di cui non abbiamo applicazioni reali se non esperimenti:l’ambaradan costa troppo oltre a poter sortire effetti sulla staticità dei sottosuoli. E poi chiosa nel reportage Nomisma energia:

Il carbone pulito non esiste: bisogna dirlo chiaramente. Per un chilowattora di energia elettrica il carbone emette circa 800 grammi di CO2, contro i 350 grammi del metano e l’assenza di emissioni del fotovoltaico o del nucleare. E vale anche per Civitavecchia, tra le centrali più moderne al mondo.

Scrive Marco Cattaneo direttore NatGeo Italia:

D’altra parte il carbone è responsabile, in tutto il processo che va dall’estrazione alla produzione di energia, del 40 per cento delle emissioni in anidride carbonica in atmosfera. In altre parole, è il principale responsabile del riscaldamento globale provocato dalle attività umane. Che fare? Eliminarlo in tempi brevi pare impossibile. Anzi, la crescita economica di paesi come la Cina e l’India ne sta aumentando il consumo. E le nuove tecnologie per intrappolare l’anidride carbonica, illustrate in queste pagine da Michelle Nijhuis, sono ancora in fase sperimentale. Ma il carbone pulito è un’utopia.

Non è esente dalla discussione l’America per cui il presidente Barack Obama con il Clea Air Act ha lanciato un chiaro segnale in merito alla necessità di ridurre le emissioni a causa delle implicazioni sulla salute umana. Anche l’Europa sostiene politiche a favore dell’aria pulita e abbiamo anche noi un clear air Act, il CAFE.

L’EPA negli Stati Uniti valuta nuovi limiti per le emissioni delle centrali a carbone

Infine ribadisce Speziapolis:

Gli scienziati ribadiscono che le soglie non escludono gli effetti sanitari, dipendono dall’azione sinergica di un insieme di inquinanti che interagendo tra loro possono amplificare enormemente e in maniera non prevedibile la propria azione nociva, anche quando si trovassero a basse concentrazioni ambientali. Di questi aspetti, e in questi termini, al momento in Italia pare se ne occupino in prevalenza le Procure pur tra mille difficoltà. E una buona parte – inascoltata – della comunità scientifica, a onor del ve

Via |Speziapolis
Le belle foto del National Geographic

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