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OGM: si discute in Europa il compromesso per far saltare il principio di precauzione

Il 12 giugno il Consiglio dei ministri dell’Ambiente europei voterà il compromesso sugli OGM, ossia ciascun stato membro europeo può decidere se ospitare OGM. Gli ambientalisti avvertono: è un cavallo di Troia

Il prossimo 12 giugno i ministri per l’Ambiente della sul compromesso per gli OGM: ovvero una proposta presentata oramai da diversi anni dalla Grecia per riconoscere agli Stati membri l’autonomia nella scelta di ospitare colture OGM sul loro territorio o di vietarle, senza rischiare infrazioni, perché:

Quando un OGM è autorizzato ai fini della coltivazione a norma del quadro legislativo dell’UE sugli OGM e soddisfa, per quanto concerne la varietà da immettere in commercio, le prescrizioni della legislazione dell’Unione sulla commercializzazione delle sementi e dei materiali di moltiplicazione delle piante, gli Stati membri non sono autorizzati a vietare, limitare o ostacolare la sua libera circolazione nel loro territorio, tranne alle condizioni definite nella legislazione dell’Unione. La proposta non va a interessarsi della maniera in cui si valutano le colture OGM in campo aperto.

Marco Contiero direttore agriculture policy per Greenpeace Eu ragginto al telefono ha detto:

L’accordo sarà probabilmente accettato dalla maggior parte dei ministri per l’Ambiente e dopo una prima lettura discusso al Parlamento Europeo. Se dovesse essere approvato così com’è agli Stati membri è concesso opporsi ma sono riconosciute motivazioni deboli. La Corte di Giustizia europea ci ha fatto capire in 40 anni di attività che i motivi dei ricorsi devono essere precisi e ben argomentati. Sembra che i paesi dell’UE siano vittime di un cavallo di Troia. Ciò che la Commissione europea ha voluto raggiungere attraverso questo progetto di legge è quello di accelerare le approvazioni delle colture OGM nonostante l’opinione pubblica europea si opponga. L’accordo se approvato oggi aiuterebbe ben poco quei paesi che vogliono vietare gli OGM.

A venir meno anche il principio di precauzione poiché questo non viene riconosciuto quale possibile rischio sia di tipo sanitario sia di tipo ambientale facendo affidamento sui pareri positivi per gli OGM espressi dall’Efsa.

Spiega Adrian Bebb coordinatore food campaign per l’associazione Friends of the Earth Europe:

E’ un affronto alla democrazia che a aziende come la Monsanto sarà dato lo status giuridico per evitare di vietare i loro prodotti. Per più di 15 anni i governi nazionali hanno combattuto contro nuove colture geneticamente modificate e fortemente difeso il loro diritto di vietare. Questa proposta è un calice avvelenato che non riesce a dare agli Stati membri le basi giuridiche solide per vietare le colture geneticamente modificate.

Infatti, come avverte Adrian Bebb le proposte nell’accordo offrono alle aziende biotech il diritto legale di decidere se un divieto è consentito. Se le aziende biotech rifiutano il divieto dei governi questi sono costretti a sfide legali o a ripiegare per motivi giuridici e non scientifici sulle colture geneticamente modificate.

In pratica l’anello debole di tutta la proposta consiste nella riduzione dei rigorosi controlli in merito ai rischi sanitari e ambientali. Un vero colpo alla rete di sicurezza europea che ha mantenuto l’Europa relativamente libera dagli OGM grazie anche al principio di precauzione su cui si basano appunto la maggior parte dei divieti alle colture OGM in Europa. Se la legge fosse approvata allora i divieti nazionali basati su motivi di debolezza potrebbero essere impugnati mediante accordi commerciali o attraverso le sfide legali.

Infine una nota rispetto alla posizione di Greenpeace in merito alla ricerca sugli OGM: si a patto che sia condotta in ambienti protetti.

Via | Brecorder, GMO Free Regions, FOOE, Greenpeace

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