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Acqua non potabile, 10 indagati alla Regione Calabria

Le analisi sono state effettuate dai Nas su campioni di acqua presi in vari punti dell’invaso dell’Alaco

“Acqua sporca 2”. E’ il nome dell’inchiesta che stamattina ha permesso ai carabinieri del Nas di Catanzaro di notificare 10  avvisi di garanzia a 7 funzionari della Regione Calabria e 3 dirigenti di società. I reati sono diversi e vanno dalla truffa all’avvelenamento colposo di acque, abuso, omissione d’ufficio e falso.

L’inchiesta,  condotta dal sostituto procuratore di Vibo Valentia Michele Sirgiovanni, parte da una pesante accusa:  distribuzione e utilizzo di acqua non potabile proveniente dal bacino dell’Alaco – nel territorio di Brognaturo –  e utilizzata per fornire la rete idrica di numerosi comuni tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro.

Il nucleo Nas dei militari dell’Arma ha effettuato e sta tuttora eseguendo perquisizioni ed acquisizioni di atti nei dipartimenti Ambiente, Obiettivi strategici e Lavori pubblici della Regione e in di tre società (due di Roma ed una a Vibo).
L’inchiesta riparte da una precedentemente avviata nel 2012, denominata “Acqua sporca” che ha rinviato a giudizio 26 persone tra funzionari e amministratori pubblici e dirigenti della società Sorical, Società Risorse Idriche del territorio.

A permettere l’emanazione  degli avvisi di garanzia sono stati i risultati delle analisi effettuate dai militari del Nas su campioni di acqua presi in vari punti dell’invaso dell’Alaco scoprendo che lo stesso bacino idrico non era mai stato classificato anzi “è emerso – scrivono i militari – che anziché procedere alla classificazione previa analisi delle acque del bacino, erano state analizzate e classificate le acque di due numerose fiumare affluenti, pertanto la classificazione di acque potabili previo trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione (A3) dell’invaso assegnata dalla Regione risultava non corrispondente al vero”.

 

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