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Auto elettriche: novità in arrivo per le tariffe di ricarica in UK

Ofgem propone oneri di sistema flessibili per chi ricarica i veicoli elettrici lontano dalle ore di punta, ma saranno più convenienti?

Auto elettriche, a Torino 10 nuove colonnine di ricarica evway

Nel Regno Unito è iniziato ufficialmente il dibattito sull’opportunità, o meno, di intervenire a livello di tariffe per evitare che la ricarica delle auto elettriche metta in crisi le reti di distribuzione dell’energia.

Ad aprire le danze è stato Ofgem, l’Office of Gas and Electricity Markets, che ha avanzato una proposta di modifica degli oneri di sistema per l’energia elettrica per disincentivare la ricarica durante le ore di picco di richiesta (nella giornata media, dalle 4 alle 6 del pomeriggio).

Il nostro sistema energetico – spiega Ofgem – sta attraversando trasformazioni radicali, con nuove tecnologie che si diffondono come gli accumuli con batterie, le auto elettriche e le pompe di calore. Non pensiamo che l’approccio attuale di allocazione e uso della capacità sulle reti elettriche possa offrire le migliori opportunità ed essere adeguato per le sfide che ne derivano. Crediamo che sia fortemente necessario valutare nuove soluzioni che potrebbero alla fine risultare in bollette più basse per i consumatori“.
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Tra i denti, quindi, l’equivalente inglese della nostra Autorità per l’Energia ammette che in uno scenario con centinaia di migliaia (se non milioni) di auto elettriche che si ricaricano contemporaneamente la rete non ce la fa. Al momento le auto plugin in UK sono circa 160 mila e non creano problemi.

Attualmente – continua Ofgem – una famiglia può installare un caricabatterie EV (o altre fonti di domanda, come una pompa di calore) senza dover richiedere una connessione alla rete più potente e la fornitura può essere erogata data la presenza del fusibile nel contatore. Gli oneri di sistema annuali pagati da questa famiglia non rifletteranno accuratamente quanto le scelte fatte in merito a quando (orario di punta o non di punta) e in che modo (ricarica rapida o standard) viene ricaricata l’auto elettrica poi influiscono sulla necessità di effettuare costosi potenziamenti della rete“.
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Chi è abituato a leggere le bollette elettriche avrà capito cosa vuole fare Ofgem: far pagare più oneri di sistema (cioè quella parte del prezzo del kWh che tutti paghiamo per coprire i costi di distribuzione dell’elettricità) a chi ricarica l’auto nelle ore di punta. Tecnicamente ciò è possibile grazie ai nuovi contatori smart, installati negli ultimi anni nel Regno Unito come anche in Italia e in molti altri paesi europei.

Al momento è solo una proposta e non ci sono grossi dettagli, ma l’opinione pubblica e la stampa già si dividono tra chi pensa che ricaricare un’auto elettrica costerà di più e chi spera che costerà di meno.

La BBC (testata pubblica pagata con il canone) titola così la notizia: “Auto elettriche: la ricarica flessibile punta a tagliare i costi“. Al contrario The Guardian (giornale privato e di orientamento Liberal a differenza della premier conservatrice Theresa May) titola: “I conducenti britannici di auto elettriche dovranno pagare di più per caricare nelle ore di punta“.
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Nessuno può ancora sapere come andrà a finire. L’unica cosa certa è che lo stesso identico dibattito prima o poi arriverà anche nel resto d’Europa, Italia compresa: nessuna rete elettrica europea, al momento, è in grado di gestire la ricarica contemporanea di milioni di auto elettriche contemporaneamente negli orari di punta.

E la situazione peggiora nettamente man mano che scendiamo dalle reti ad altissima tensione che trasportano l’energia a lunghissima distanza fino alle reti a media e bassa tensione che portano l’energia fino alle nostre città e alle nostre case.

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