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Clima

«Seguiteci»: i paesi più poveri del pianeta vogliono ridurre le emissioni di CO2

I 49 paesi più poveri del mondo, situati nell’Africa equatoriale, in Asia e Oceania si impegnano per ridurre l’emissioni di CO2 anche se sono responsabili solo per l’1,4%. Un bello schiaffo politico e morale verso l’ingordigia dei ricchi del pianeta

Con una mossa politica straordinaria, i Least Developed Countries (LDC) cioè i 49 paesi più poveri del pianeta hanno deciso di impegnarsi a riduzioni significative nelle emissioni di CO2, in modo da spingere i paesi più ricchi a fare altrettanto.

Queste nazioni rappresentano il 12% della popolazione mondiale, ma sono responsabili solo dell’1,4% delle emissioni (era l’1,6% nel 1982, dati BP). Per fare un confronto, l’Unione Europea, che rappresenta solo il 7% della popolazione, contribuisce invece per il 12%.

Gli LDC hanno il potenziale reale di velocizzare i tempi geologici dei negoziati delle Nazioni Uniti per il clima. Il bengalese Quamrul Chawdhury, capo negoziatore per il clima degli LDC, dice che lo slogan dei più poveri è “seguiteci”, come a dire che i paesi più ricchi ora non hanno più scuse nell’impegnarsi seriamente nel taglio delle emissioni.

I settori in cui si potrebbero avere miglioramenti sono quello forestale (riduzione della deforestazione e nuove afforestazioni) e quello energetico; ci sono interessanti progetti di sviluppo di micro-idroelettrico in Buthan e di fotovoltaico in Bangladesh, mentre  Somalia, Mozambico e Madagascar hanno un ottimo potenziale per l’energia eolica.

Se gli LDC si impegneranno in questa direzione avranno ottime possibilità di successo perché, a differenza delle “grasse” economie occidentali hanno molto meno da tagliare.

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