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Acqua

Alla ricerca dei fiumi perduti Lost Rivers fa tappa anche a Brescia

Il documentario in concorso a Cinemambiente si spinge nel sottosuolo per rintracciare i fiumi perduti dell’umanità, dal Canada a Brescia, da New York a Londra

Archeologi fluviali o speleologi acquatici, chiamateli come volete, ma sappiate che i cacciatori di fiumi sotterranei sono molti di più di quanto l’immaginazione possa concepire. Questo perché il cemento e l’asfalto, dalla Rivoluzione Industriale in poi, specialmente nel XX° secolo, sono stati stesi dalle amministrazioni pubbliche sui fiumi, quasi che dei corsi d’acqua ci si dovesse vergognare.

Sono queste storie nascoste nelle pieghe del progresso ad avere affascinato Caroline Bacle e ad averla spinta alla realizzazione di Lost Rivers, l’eccezionale documentario che si muove alla ricerca dei corsi d’acqua che una volta erano importanti risorse per l’igiene pubblica e vie di comunicazione sulle quali costruire le città e sviluppare le attività produttive.

Dalla Petite Rivière di Saint Pierre a Montreal al Saw Mill River di New York, dal River Tyburn di Londra ai rivi Bova e Celato di Brescia, il sorprendente documentario di Caroline Bacle si addentra nelle viscere delle metropoli, attraversando fogne, tunnel, cunicoli, ma, anche, passando accanto a rovine romane sepolte dall’asfalto. Accade nel capitolo bresciano del documentario.

Dopo aver iniziato a fare i fognaioli abusivamente, in totale clandestinità, gli intraprendenti ragazzi di Brescia Underground sono diventati una vera e propria associazione culturale che porta cittadini e turisti nelle viscere della Brescia contemporanea dove ancora sono custodite le vestige dell’antica Brixia. Chi vuole unirsi alla truppa può consultare il sito ufficiale dell’associazione.

Via | Cinemambiente 

 

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