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Rifiuti di Roma, il Tar boccia il Piano regionale del Lazio

Il Piano Rifiuti della Regione Lazio, su cui la Presidente Renata Polverini ci aveva

messo la faccia

è stato bocciato dal Tar, che ha accolto il ricorso presentato dai Verdi e dalla Provincia di Latina; la bocciatura arriva a poco meno di un anno dopo l’approvazione del Piano che, come abbiamo già spiegato, ne conteneva in verità due: uno “scenario di piano” ed uno “scenario di controllo”.

Tutto da rifare, di nuovo? Non proprio, perchè il decreto firmato da Corrado Clini che dovrebbe porre fine all’emergenza decennale dei rifiuti nel Lazio individua gli impianti in provincia (le amministrazioni locali sono già sul piede di guerra) e prevede la raccolta differenziata, pur mantenendo l’autorizzazione (che era precedente) per l’invaso di Monti dell’Ortaccio e prevedendo comunque lo smaltimento, fino ad ottobre, a Malagrotta.

Il problema, nuovamente, è stato creato a livello istituzionale, come più volte successo nel corso dell’incredibile iter di questa emergenza annunciata: oggetto anche di una procedura di infrazione dell’Ue, il Piano Regionale era apparso subito critico in alcune sue parti, soprattutto nei due scenari previsti per la risoluzione dell’emergenza: raccolta differenziata e Tmb da una parte e, qualora fallisse questo primo scenario, termovalorizzatori e discariche dall’altra (ciò che succederà, con tutta probabilità, nel Lazio).

Come correttamente affermato dalla Commissione Europea per essere conforme alla direttiva discariche ed alla direttiva quadro sui rifiuti, il trattamento dei rifiuti destinati a discarica deve consistere in processi che, oltre a modificare le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero, abbiano l’effetto di evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente nonché i rischi per la salute umana

si legge nella sentenza del Tar. Secondo la Regione Lazio il Piano il piano avrebbe permesso il raggiungimento del 65% di differenziata alla fine del 2012 e la costante diminuzione della produzione rifiuti pro-capite, un dato così commentato nella sentenza del Tar:

i dati ufficiali Ispra, risalenti al Rapporto Rifiuti del 2008 (indicati nel Piano), mostrano una tendenza diversa da quella presa in considerazione dall’Amministrazione regionale, denotando una produzione annua di rifiuti regionali in costante aumento

Secondo i giudici amministrativi dunque il Piano Regionale avrebbe violato le normative comunitarie sul trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.

Via | Ansa

A.S.

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