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Le mani europee (e cinesi) sulle risorse africane – Video

Questa mappa spiega bene l’interesse degli europei per l’attuale situazione del Mali; Paesi vicini come Algeria e Nigeria hanno grandi riserve di petrolio e gas naturale e multinazionali e governi non vogliono che la ribellione contagi questi paesi, con relativi rischi alla produzione.

Come scrivono Michel e Beuret in Cinafrica, «Per i francesi, che ricavano l’80% della propria energia dal nucleare, il Niger è fondamentale: l’uranio proveniente da questo paese del Sahel alimenta una lampadina su tre in Francia»(p 109). Ora il monopolio francese sembra minacciato dai cinesi che hanno firmato contratti minerari.

In Mali non c’è attualmente estrazione di petrolio, ma si lavora invece molto oro: con 50 t all’anno è il terzo produttore africano. Si trovano anche quantitativi di bauxite, minerali di ferro, manganese, nickel fosfati, stagno e uranio.

L’estrazione industriale dell’oro ha notevoli impatti sociali e ambientali: le miniere sono a cielo aperto e quindi hanno occupato un’ampia area di insediamenti rurali e di terre di pascolo, portando via terreni ad oltre 160 villaggi..

Nonostante vengano usate 83 tonnellate di Cianuro al mese per la lisciviazione, non sono previsti controlli di routine sulla presenza di cianuro nella falda (rapporto Oxfam, p. 32).

L’estrazione di oro a livello artigianale coinvolge 20 000 lavoratori bambini e ragazzi che vengono sfruttati in compiti pesanti e pericolosi. Il video che segue di Human Rights Watch mostra bambini che trasportano carichi pesanti di terra o di acqua. Spesso vengono pagati pochi dollari a settimana, oppure molto semplicemente con una borsa di materiale escavato che potrebbe contenere qualche pagliuzza d’oro. In questo modo la devastazione è doppia: allo sfruttamento si aggiunge il miraggio della ricchezza.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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