Con un’affluenza solo del 20%, non ha raggiunto il quorum del 60% il referendum pro-nucleare richiesto dall’opposizione in Bulgaria.
Il governo afferma di non essere in grado di sostenere i 10 miliardi di € del progetto che sarebbe stato realizzato dai russi.
C’è un dato importante che però viene omesso sia nel video qui sopra, sia nell’articolo della BBC.
In Bulgaria non si sta costruendo un “nuovo” impianto nucleare, ma si sta riesumando il vetusto progetto della centrale di Belene, la cui costruzione venne iniziata oltre venticinque anni fa nel 1987 e poi bloccata nel 1990 in seguito alla “restaurazione del capitalismo” nello stato balcanico (l’espressione è di Wikipedia).
Si tentò di riavviare il progetto nel 2002, ma i negoziati con i russi terminarono nel 2010 per il prezzo troppo elevato e nessun contractor occidentale si fece avanti. Belene non è più nemmeno citata come “in costruzione” nel database PRIS.
La localizzazione del sito era stata inoltre fortemente criticata, in quanto si trova in una zona sismica in prossimità del Danubio ed avrebbe danneggiato la vocazione agricola e turistica della regione.
Si stima che questo progetto abbia ingoiato qualcosa come 7 miliardi di €, per non produrre nemmeno 1 Wh di energia. Se queste risorse venissero investite oggi nelle energie rinnovabili, si potrebbero installare circa 2 GW nel caso del fotovoltaico e 7 GW nel caso dell’eolico.
Anche i bulgari, come gli svizzeri, i tedeschi e gli italiani, stanno iniziando a guardare al futuro.
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