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Ilva, Clini: “Riva finanzi le bonifiche”

Intervenendo quest’oggi alla prima Conferenza programmatica del Pd a Genova, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha parlato del caso Ilva, a Taranto come nel capoluogo ligure, come di

un lavoro in corso. Stiamo anche aspettando dall’Ilva una risposta circa l’affidabilità del loro impegno: e’ una risposta di tipo industriale e finanziario.

Secondo il ministro, relativamente alle bonifiche necessarie al territorio tarantino, i denari necessari vanno messi a disposizione dalla proprietà di Ilva, Emilio Riva:

Il problema non è se Riva ha intenzione di finanziare la bonifica dell’Ilva di Taranto, lo deve fare, se vuole rimanere nella proprietà dell’azienda: le regole europee per la concorrenza prevedono che le imprese non possono operare in concorrenza con soldi pubblici.

Se Ilva non fosse in grado di dare le garanzie, la legge prevede che possono subentrare forme di gestione diversa da Riva non necessariamente la nazionalizzazione, che eventualmente sarebbe proprio l’ultimo stadio verificando la compatibilità con le regole europee

ha sottolineato il ministro Clini, precisando che

Un’ipotesi di nazionalizzazione è legata ad un obiettivo che non e’ esattamente coerente con il lavoro che stiamo facendo: noi non ci stiamo occupando esattamente di come finanziare l’Ilva ma di come questo grande impianto industriale riesce a rispettare le regole ambientali e, al contempo, a garantire la continuità produttiva.

Una parte importante dei problemi sarebbe stata superata, primi tra tutti il dialogo con la magistratura, che sarebbe in una fase di “evoluzione”, ed il risanamento del territorio, su cui appunto Clini non auspica ma impone l’intervento economico dei Riva.

Il ministro ha spiegato che oggi Ilva è in grado di produrre pienamente, grazie anche alla riapertura dei reparti a freddo dell’acciaieria avvenuta nei giorni scorsi, essendo così in grado di sostenere il peso del suo ruolo nei mercati internazionali:

Oggi ilva è ancora in condizione di essere competitiva. Se dovessimo entrare, invece, in quel circuito vizioso per cui l’Ilva ferma le produzioni in attesa di saprere cosa succederà dei programmi per il risanamento ambientale, il mio timore è che Ilva chiuda e basta

ha spiegato Clini.

Relativamente ai conflitti, purtroppo inevitabili allo stato attuale, tra industria ed ambiente, tra profitto e tutela della salute, Clini era intervenuto l’8 febbraio scorso alla presentazione dell’agenda verde di Fli, spiegando che gli standard tecnologici degli impianti vengono oggi stabiliti su obiettivi ambientali, a dimostrazione della insussistenza di conflitti tra industria ed ambiente.

Nonostante questo, “l’evoluzione asimmetrica” in materia ad opera del nostro Paese ha portato ad un progressivo blocco degli investimenti ed un conseguente sacrificio ambientale.

Via | Ansa

A.S.

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