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Materia Oscura: il documentario shock sul poligono di Salto di Quirra

Dagli ordigni fatti brillare nel “vulcano” ai razzi sparati nel mare della Sardegna, dalle esplosioni contaminanti nei pascoli ai militari che maneggiano armi pericolosissime privi di protezioni, le immagini sconvolgenti e roboanti dell’anima bellica del documentario, si alternano a quella della vita dedita alla pastorizia. La comprensione è lasciata all’intelligenza dello spettatore, quasi che D’Anolfi e Parenti volessero spingere il pubblico a dissotterrare le verità seppellite di un poligono che ha diffuso, diffonde e chissà per quanto tempo ancora diffonderà morte fra gli abitanti di una costa meravigliosa e fino a pochi decenni fa totalmente incontaminata.

Proprio sulla dialettica fra rumore assordante e silenzio, fra natura e umanità (nella sua dimensione più perversa e distruttrice), fra crescita e distruzione è giocata la semantica di un documentario che, con le immagini di un vitellino agonizzante, vittima delle sostanze radioattive piovute sui pascoli, riesce a spiegare molto più di un qualsiasi reportage sovraccarico di dati e di parole.

Un prodotto cinematografico superbo che sta raccogliendo parecchi consensi e portando alla luce quanto avviene dal 1° luglio 1956 nei 12.700 ettari in questo poligono messo “gentilmente” a disposizione di chi voglia provare armi e materiali di nuova generazione. In quasi sei decenni francesi, svizzeri, russi, tedeschi, israeliani, cinesi, libici e altri ancora hanno scelto questo luogo, a bassa intensità abitativa e dal territorio variegato, per sperimentare “armi nuove”, mentre quelle a scadenza ravvicinata sono state fatte brillare, disperdendo nell’aria elementi tossici e nanoparticelle poi assorbite dai terreni del pascolo. Il costo di una singola sessione di test, all’epoca delle riprese, si aggirava intorno ai 50mila euro.

Anche il paradiso è in vendita. E la Materia Oscura forse non è soltanto nelle bombe che deflagrano: è qualcosa di ancora più intangibile che sta dentro all’uomo.

Foto © Getty Images

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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