Questo è solo l’ennesimo episodio di un cetaceo, dopo che oltre 80 stenelle striate (un tipo di delfino dei nostri mari), morte lungo le nostre coste tirreniche; le cifre del 2013 hanno sballato completamente ogni statistica precedente: non si era mai vista una morìa simile.
Si avvicinava alla spiaggia con un movimento irreale, sospinta da onde e correnti: era già morta poveretta
è la triste testimonianza di alcuni pescatori toscani al Corriere della Sera. La balenottera era morta da giorni, ben prima di spiaggiarsi a Rosignano; per morire ha scelto un tratto di mare e di spiaggia del cosiddetto Santuario dei cetacei; niente di così strano, per carità, ma la morìa di delfini che ha preceduto il decesso di questo grande cetaceo ha fatto saltare la mosca al naso, ormai da settimane, al Ministero dell’Ambiente ed alla Rete nazionale spiaggiamenti marittimi.
Esperti dell’Arpat e alcuni veterinari e biologi marini dell’Università di Padova hanno effettuato prelievi di tessuto dalla balena e già domani si dicono possibilisti di ottenere qualche notizia in più in merito a questo ennesimo misterioso decesso: il sospetto che si tratti della stessa forma di morbillo (dolphin morbillivirus) che ha colpito le stenelle è fortissimo: il fatto che si tratti in entrambe le fattispecie (stenelle e balenottera) di cetacei da, senza ulteriori elementi, quasi una conferma di questa infezione.
Inizialmente era stato ipotizzata la responsabilità del photobacterium damselae ma, per esser chiari e onesti, gli studiosi non sono ancora riusciti completamente a raccapezzarsi sulla questione.
Una morte decisamente annunciata, visti i trascorsi degli ultimi 3 mesi e mezzo, ma che viene assorbita come una specie di cataclisma naturale, nella totale incapacità di dare risposte concrete sulle cause e le soluzioni. Anche Greenpeace parla di una morte annunciata, provocata dall’inquinamento.
Ha dichiarato Giorgia Monti, responsabile della campagna mare dell’associazione:
non esistono regole per limitare l’inquinamento proveniente dalla costa e il traffico marittimo. Purtroppo l’accumulo di agenti inquinanti può debilitare questi animali tanto da abbassarne le difese immunitarie e renderli suscettibili a infezioni che possono anche causarne la morte.
Il timore di molti è che la situazione possa degenerare velocemente: tra poco inizierà la danza d’amore (i corteggiamenti che propiziano la riproduzione dei cetacei) proprio in quel tratto di mare dove sono stati ritrovati la maggior parte dei delfini e, più recentemente, la balena; il timore è che si passi dall’amore alla morte.
Via | Corriere della Sera
Foto | La Nazione
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