Traffico automobilistico: a Roma automobilisti in coda quattro giorni all’anno

Più le città sono antiche e più i loro centri storici sono angusti e le loro arterie di scorrimento intasate. L’Italia di città antiche ne ha in abbondanza e anche se molti centri urbani, nel corso dei decenni, si sono rifatti il look e hanno eliminato un po’ di traffico su gomma grazie alle metropolitane, le nostre città restano fra le più intasate del mondo.

A dirlo è la TomTom Italy & Balkans che ha analizzato sei trillioni di informazioni, raccolte anonimamente in 161 città del mondo. La ricerca tiene conto del traffico in termini assoluti (quanto tempo si resta imbottigliati) e relativi (quanto tempo si perde in relazione alla lunghezza del tragitto).

Nel primo caso il triste primato è di Roma con 93 ore in coda, praticamente quattro giorni. Nel secondo caso l’indice di congestione più alto è di Palermo con il 39% di tempo in più per precorrere un tratto di strada nelle ore di punta. In condizioni normali lo spostamento sarebbe di mezz’ora? Durerà 49-50 minuti. In totale le ore perse sono 89 all’anno.

Il capoluogo siciliano è al quinto posto della classifica europea dietro a Mosca (incubo degli automobilisti), Istanbul, Varsavia e Marsiglia, ma nel ranking globale precede Los Angeles, Sydney e Rio de Janeiro.

Nelle prime ventidue posizioni della classifica europea ci sono quattro italiane: oltre a Palermo quinta, Roma ottava, Milano ventesima, con 89 ore nel traffico come Palermo ma tratte più lunghe, dunque coefficiente più basso, e, infine, Napoli ventiduesima.

A Milano, per esempio, il traffico è diminuito grazie all’introduzione della Ztl, ma soprattutto a causa della crisi: la gente ha meno soldi per la benzina e ha riscoperto mezzi pubblici e biciclette. Pil e traffico insomma sono inversamente proporzionali.

Via | Repubblica

Foto © Getty Images

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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