Energia dall’idrogeno catturato da fonti naturali terrestri

Sul Pianeta esistono fonti naturali di idrogeno da usare come fonte di energia. L’idea è portata avanti da IFP Energies nouvelle, la sola società al mondo a procedere alle esplorazioni in partneriato con L’Istituto di Fisica del Globo di Mosca.

Da tempo l’idrogeno viene indicato come la fonte energetica del futuro: pulito, efficiente e sostenibile, ossia rispettoso dell’ambiente avendo l’immenso vantaggio di non emettere C02. Il problema di questo elemento abbondante nell’universo è che quasi mai è presente puro ma sempre combinato con altri elementi, come l’ossigeno o il carbonio. Prima di essere usato, dunque, va recuperato, operazione che attualmente si ottiene per processi chimici. Sebbene presente, dunque, non è considerato tra le risorse energetiche ma appunto è indicato come vettore. Per i sostenitori delle rinnovabili, quali eolico o fotovoltaico, l’idrogeno è visto come mezzo per stoccare l’energia. Ma il suo uso è destinato a cambiare con la scoperta della presenza di depositi di idrogeno gassoso naturale.

Spiegano a Le Monde Valérie Beaumont e Eric Deville geochimico e geologo:

Abbiamo più di una indicazione che ci rivela la presenza naturale di idrogeno.

Infatti uno dei depositi di idrogeno è rappresentato dai vulcani sottomarini ma ovviamente essendo a molti metri sotto le acque diventa difficile la loro esplorazione e adozione. Le risorse terrestri invece sono state sondate in quattro anni di esplorazioni. E sono stati individuate due tipo di contesti geologici che contengono idrogeno; da una parte la massiccia presenza dei peridotiti in quelle regioni dove l’attività tettonica ha fatto emergere sulla superficie terrestre le rocce. Si trovano in Papuasia Nuova Guinea, Nuova Zelanda e Nuova Caledonia, nel sultanato dell’Oman, Filippine, Iran, Cuba, California, Grecia, Italia e Portogallo. Dall’altro lato la presenza di idrogeno è attestata nella parte centrale di tutti i continenti in particolare nelle zone più antiche chiamate cratoni, praticamente la metà delle terre emerse.

Gli scienziati sono particolarmente interessati a questa seconda categoria poiché come spiega Eric Deville:

Nella maggior parte dei siti, i flussi di idrogeno sono diffusi, ma nelle regioni in cui è presente una copertura di argilla si è formato al di sotto una presenza del gas che si è accumulato e che possiamo recuperare per l’80%.

Si trova associato spesso al metano e a volte all’azoto o all’elio gas raro usato nell’industria dell’alta tecnologia. Ipfen perciò ha deciso di lanciare un programma per quantificare il potenziale di cattura di idrogeno sul Pianeta. Anche se specificano che la strada è ancora lunga prima di arrivare a un recupero industriale. Attualmente si può pensare a sistemi di trivellazione e pompaggio dell’idrogeno che sarebbe recuperato depressurizzando l’acqua.

Spiega Valérie Beaumont:

Siamo ottimisti poiché le fonti terrestri sono ben divise sui divesi continenti e potrebbero rispondere in maniera significativa ai bisogno di idrogeno e controibuire al mix energetico necessario.

Proprio in Mali a Bourakébougou vicino Bamako è stato scoperto da qualche mese un deposito naturale composto al 98% di idrogeno e 2% metano usato attualmente per alimentare un gruppo elettrogeno.

Via | Le Monde 12 aprile pag. 8 par Pierre Le Hir, Ifpen
Foto | Getty Images

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta
Tags: Idrogeno

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