Raggiunto il Polo Nord geografico, la Squadra Aurora (composta da 16 attivisti) ha forato il pack e piantato una bandiera in titanio a 4km di profondità: in questo modo l’Artico è stato dichiarato zona protetta a nome di tutti gli uomini e le donne del pianeta.
Greenpeace, che conta sulla forza di 3 milioni di sostenitori, ha attivato questa spedizione, il Progetto Aurora, non solo per dichiarare l’Artico bene comune: il progetto infatti ha il chiaro obiettivo di impedire che questo territorio così inospitale alla vita umana possa diventare la preda preferita dei giganti del petrolio mondiale.
La spedizione, che potete seguire tramite questo link, ha portato 16 stoici attivisti al punto più a nord del globo terraqueo, ha portato quattro attivisti della Ong a piantare la “bandiera per il futuro” a 4km sotto lo strato di ghiaccio sulla cima del mondo: tra creste di pressione gigantesche ed enormi pozze gelate nel mezzo del Mar glaciale artico fanno da scenografia all’avventura, alla grande motivazione di questi uomini avventurosi.
La bandiera è attaccata ad una capsula del tempo in titanio contenente 2,7 milioni di firme raccolte nella campagna Save The Arctic, per difendere l’Artico dalle esplorazioni petrolifere e dalla pesca industriale ed eccessiva.
La campagna, partita solo lo scorso giugno, dimostra quanto la sensibilità ai cambiamenti climatici, all’inquinamento che deriva dalle estrazioni, ai rischi per l’ambiente derivanti dall’approvvigionamento energetico da idrocarburi, sia ormai altissima in tutto il pianeta.
Andare fino all’estremo nord del mondo ha un chiaro significato per Greenpeace: che questa zona non è di nessuno ed è di tutti, un patrimonio da tutelare tramite l’istituzione del Santuario Globale per la protezione dell’Artico.
L’iniziativa ha coinvolto anche rockstar, attori di Hollywood, personalità politiche e religiose di tutto il mondo, oltre che ad una fetta considerevole di società civile: in cima al mondo ieri è accaduto veramente qualcosa di incredibile, di storico, entrato già di diritto nella storia dell’umanità.
Il riappropriarsi sostenibile di una parte di pianeta, prima che a farlo siano petrolieri e industria ittica, che fino ad oggi hanno dimostrato di non avere granchè a cuore le sorti del pianeta
Via | Greenpeace
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