Piste ciclabili in crescita, ma poco sicure

La rete delle piste ciclabili si allarga, ma la cultura della mobilità sostenibile fa fatica ad affermarsi. Gli investimenti per una mobilità urbana ed extra-urbana che tenga nella giusta considerazione la bicicletta hanno subito una brusca contrazione. I problemi rimangono quelli di sempre. Anche dove le piste ciclabili sono presenti ed abbondanti mancano i collegamenti e sono proprio questi tratti di traffico promiscuo a presentare i maggiori politici.

Altroconsumo ha testato quelle di Torino, Milano, Bologna, Ferrara, Roma e Napoli, rilevando come la mancanza di un’integrazione con la mobilità cittadina sia un dato piuttosto generalizzato.

“Isole galleggianti in un mare di traffico motorizzato”, questa è la definizione delle piste ciclabili secondo l’associazione dei consumatori che ha valutato aspetti come la pavimentazione, la segnaletica, la geometria, gli incroci e gli ostacoli, compiendo rilevamenti fotografici o con l’ausilio di telecamere o Gps.

A Ferrara, dove vi è una cultura della mobilità ciclistica fortemente radicata, le piste sono state realizzate coerentemente con lo sviluppo della viabilità cittadina, quindi i principali problemi sono legati alla vetustà della pavimentazione. Un discorso simile interessa anche Bologna.

Nelle grandi metropoli i problemi sono legati ai conflitti che si creano quando le biciclette si immettono nel flusso veicolare promiscuo, vale a dire in uscita dalle piste ciclabili: è un problema che accomuna Napoli e Milano. A Roma l’incuranza delle amministrazioni comunali ha portato a un degrado della pavimentazione in cui buche e avvallamenti si alternano a radici sporgenti e a pericolosi sanpietrini dissestati. Migliore la situazione a Torino dove le piste sono più recenti ma manca un piano intermodale che permetta un’agevole scambio fra mobilità motorizzata e ciclistica.

Via | Altroconsumo 

Foto © Getty Images

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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