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Allarme radioattività a Saluggia: fessure nelle vasche di stoccaggio, si teme per le falde acquifere

Se i cinghiali piemontesi sono radioattivi la colpa è di Chernobyl? L’Arpa in un report radiologico pubblicato lo scorso 24 aprile smentisce l’esistenza di un rapporto di causalità e aggiunge che le tracce di Cesio 137 rilevate sulle montagne piemontesi

non modificano in alcun modo il quadro di conoscenze sulla contaminazione radioattiva in matrici ambientali e alimentari derivante dai monitoraggi effettuati dopo l’evento di Chernobyl. Tracce di contaminazione da Cs137, con fenomeni di accumulo in particolari specie vegetali e animali, persistono nella nostra regione, ma non pongono alcun significativo rischio radiologico per la popolazione. In particolare, il costante monitoraggio della radioattività ambientale (in atmosfera e nelle altre matrici ambientali e alimentari) effettuato da Arpa Piemonte e dal sistema nazionale delle Agenzie per l’ambiente, consente di affermare con certezza che, dall’epoca di Chernobyl, non vi è stato nessun altro significativo contributo ai livelli di radioattività artificiali presenti nell’ambiente.

La radioattività c’è, ma secondo l’Arpa, i valori sono 500-1000 volte inferiori ai limiti di rischio per la salute umana.

In provincia la vera preoccupazione sono, piuttosto, le notizie relative alla vasca di stoccaggio dell’impianto nucleare Eurex di Saluggia (Vc). Due sono le fessure rilevate nella vasca di stoccaggio delle scorie di quello che fu il primo reattore nucleare italiano. Fra la popolazione crescono i timori per la fuoriuscita di liquido radioattivo, tanto più che la zona è – insieme alla Lomellina – la “risaia d’Italia”.

Un grande problema per la Sogin, la società statale incaricata della bonifica ambientale dei siti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza di tutte le scorie radioattive presenti in Italia. A Saluggia sono presenti 230 metri cubi di scorie radioattive allo stato liquido, barre di uranio sciolte per ricavare plutonio.

Nell’ottobre 2012 sono state riscontrate due perdite in due fessure della vasca WP179: l’Arpa assicura che per il momento il fenomeno sembra essere circoscritto, ma ulteriori controlli saranno in grado di rilevare eventuali ripercussioni sulla falda acquifera, ovvero se Cesio 137 e Americio 241 siano penetrati nel fondo del terreno.

Le fessure sono state scoperte quando la Sogin ha avviato i lavori per evitare che la vasca si riempisse di acqua piovana, in modo da scongiurare traboccamenti.

Il Ministero dello Sviluppo Economico – ma non dovrebbe essere quello dell’Ambiente il più adatto a occuparsi della faccenda? – ha dichiarato che a causa degli elevati livelli di contaminazione della vasca si dovrà procedere al recupero del suo contenuto e proseguire il trattamento di liquidi e sedimenti come rifiuti radioattivi, con un sistema dedicato.

La vasca, edificata mezzo secolo fa, non era stata realizzata per ospitare le scorie e servire da centro di deposito e stoccaggio. A completare il quadro, per niente rassicurante sono la prossimità con il fiume Dora Baltea e con l’acquedotto del Monferrato che serve ben 100 comuni della zona.

Via | Tutto Green | Quotidiano Piemontese

Foto © Getty Images

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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