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Processo Eternit: il giudice chiede verifica della morte del barone De Cartier

Il barone Louis de Cartier de Marchienne, uno dei due imputati del processo Eternit giunto ormai alle fasi finali del secondo grado, è deceduto lo scorso 21 maggio all’età di 91 anni. Quest’oggi, a una settimana dalla sentenza d’appello prevista per lunedì 3 giugno, l’avvocato Cesare Zaccone ha prodotto il certificato di morte invece di tenere la sua ultima arringa a beneficio del suo ex assistito.

Con un inatteso coup de théâtre la corte d’assise d’appello ha incaricato un perito di verificare l’effettivo decesso del barone belga.

Esaminata la documentazione prodotta in cancelleria in data 24-5-2013 dalla difesa di De Cartier  rilevato che trattasi di documentazione redatta in lingua straniera con traduzione asseverata in lingua italiana e che comunque appare necessario verificare l’autenticità di provenienza di detta documentazione, dispone perizia ai sensi di cui in premessa e nomina perito ispettore della polizia municipale di Torino Clerici Pietro per l’immediato conferimento dell’incarico,

ha dichiarato il giudice Alberto Ogge, il quale ha poi aggiunto come questo sia “un atto dovuto trattandosi di documento in lingua straniera”.

Secondo la stima fatta da Bruno Pesce, portavoce dell’Afeva, Associazione Familiari e Vittime Amianto sono circa 1500 le vittime che potrebbero vedersi negare, dopo la morte di De Cartier, i risarcimenti dovuti. Il piano B prevede una causa civile, ma, fermo restando che Etex ha messo 28 milioni di euro a bilancio per i risarcimenti, si potrebbe trovare una soluzione con un atto transativo, magari con l’aiuto dell’Unione Europea. Molte delle parti lese, per non correre il rischio di ritrovarsi alla fine del procedimento senza alcun risarcimento, starebbero valutando di accettare le offerte provenienti dal secondo imputato Stephan Schmidheiny che, vista la nuova situazione, giocherà al ribasso.

Via | Repubblica Torino

Foto © Getty Images

 

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Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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