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La Cina riuscirà a ridurre le emissioni di CO2 dal 2025?

Una buona notizia: per la prima volta, in Cina si inizia a parlare di ridurre le emissioni di CO2 a partire dal 2025, o forse persino prima.

Le emissioni Cinesi hanno superato quelle della UE nel 2003 e degli USA nel 2006 per raggiungere 9 miliardi di tonnellate all’anno e molto probabilmente le statistiche ufficiali sottostimano i valori reali. Non c’è da stupirsi visto che il regno di mezzo è diventato la fabbrica del pianeta.

Con il 19% della popolazione mondiale, la Cina oggi consuma la metà del carbone estratto ed utilizza il 60% del cemento e dell’acciaio; ogni sua decisione è quindi essenziale per il futuro di tutti.

Zhou Dadi, vice segretario del comitato per l’energia ha affermato che la Cina si è già impegnata a ridurre le emissioni per unità di PIL del40-50% entro il 2020 (1) e di produrre il 15% dell’energia da fonti non fossili entro la stessa data (nel 2011 era a meno del 7%).

Da diversi anni le foreste stanno ricrescendo in Cina e l’impegno è di aggiungere altri 400 mila km² (un’area più vasta dell’Italia) entro il 2020.

Zhou ha ammesso che la situazione è talmente complessa e l’inerzia del sistema talmente grande che è difficile fare previsioni precise su quando verrà raggiunto il picco delle emissioni. La maggiore incognita è naturalmente data dal peso che avrà il carbone nella produzione di energia: nel 2011 rappresentava il 70% di tutti i consumi energetici!(2)

Iniziare a parlarne è comunque più importante di quel che può sembrare pechè è così che hanno principio i mutamenti culturali e politici.

(1)  Questa “efficienza di PIL” è naturalmente del tutto insufficiente, perchè ogni sforzo in questo senso può essere annullato dal cosiddetto paradosso di Jevons: una maggiore efficienza energetica potrebbe spingere l’economia a muoversi ancora più velocemente.

(2) Tutti, cioè non solo quelli elettrici: 1,8 Gtoe su 2,6. La fonte di tutti i dati è la BP.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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