In Italia il braccio di ferro della Tav riempie le pagine di giornale da un paio di decenni, con maggiore e minore intensità. Il dibattito fra i Sì e i No Tav resta acceso, nonostante l’opera sia economicamente irrealizzabile e, per giunta, logisticamente inutile in un’ottica di lungo termine. E mentre qui continua il dibattito sul treno da 300 km/h, in Giappone stanno per iniziare i test di un treno che renderà di colpo un ferrovecchio ogni nostra “freccia”.
Le ferrovie del Sol Levante hanno annunciato l’inizio dei test per un nuovo treno a levitazione magnetica che sarà in grado di raggiungere la velocità di 500 km/h. Già nel 1996 fu costruito nella prefettura di Yamamashi una linea sperimentale di 18,4 km, sulla quale un prototipo aveva raggiunto la velocità di 587 km/h. Ora la linea verrà estesa fino a 45,8km e a settembre inizieranno i test per i treni destinati all’utilizzo commerciale.
Il Giappone è sempre stato all’avanguardia nei treni ad alta velocità, basti pensare che i primi modelli entrarono in funzione nel 1964 per unire Tokyo e Osaka (a tutt’oggi l’unica linea di alta velocità, insieme alla Parigi-Lione, con un bilancio in attivo). Attualmente i treni ad alata velocità consentono di compiere il tragitto fra Tokyo e Nagoya in 90 minuti, con i treni a levitazione magnetica si impiegherebbero 40 minuti.
Il progetto dovrebbe entrare in funzione nel 2027 per poi estendere il raddoppio della linea fino a Osaka entro il 2045.
Rimanendo sollevati grazie alla forza di elettromagneti, i treni devono vincere solamente la resistenza all’aria e non l’attrito con le rotaie. Oltre ai guadagni in termini di velocità i treni riducono notevolmente l’inquinamento acustico.
Nonostante i treni a levitazione magnetica vengano studiati sin dagli anni Settanta, esistono, attualmente, soltanto due linee di questo genere, una a Shangai, in Cina, l’altra ad Aichi, in Giappone. Il costo dei binari è notevolmente superiore, ma le spese vengono controbilanciate dalla minore necessità di manutenzione, visto che non vi è l’assenza dell’attrito che solitamente deteriora i binari.
Via | Sole 24 Ore
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