La produzione eolica britannica è letteralmente esplosa negli ultimi due anni passando dai 10 TWh del 2010 ai quasi 21 del 2012 (1).
L’obiettivo di raggiungere un traguardo di 18 GW di potenza installata off shore entro il 2020 sembra a questo punto perfino troppo modesto. Ma anche così, è impressionante l’ordine di grandezza delle infrastrutture necessarie: quasi 8000 turbine e 24000 pale (se fossero messe una accanto all’altra coprirebbero la distanza tra Londra e Lisbona), mentre i 9000 km di cavi equivalgono alla distanza tra l’Europa e l’Asia Orientale.
Per realizzare tutto ciò dovrebbero sorgere una quarantina di nuovi impianti industriali, oltre alle navi necessarie per il trasporto off shore delle turbine e dei lavoratori. Si parla di decine di migliaia di posti di lavoro.
“Questa è un’opportunità che si presenta solo una volta in una generazione”, sostiene Maria McCaffery, presidentessa di Renewable UK, “se non la cogliamo, la filiera produttiva dell’eolico offshore si svilupperà altrove. Siamo determinati a lavorare con il governo perché il Regno Unito capitalizzi la possibilità di costruire un’industria che ci invidierà tutto il mondo”
(1) Fonte BP. Secondo Renewable UK, la produzione è stata addirittura di 23 TWh. Poiché la potenza media installata nel 2012 è stata pari a 7,7 GW (di cui 3,3 GW off shore) la producibilità specifica ha raggiunto il rispettabile valore di 2700 ore/anno.
Lidl propone un accessorio pratico e alla portata di tutti, che permette di trasformare balconi…
Le difficoltà nella raccolta differenziata di materiali complessi. Come procedere allo smaltimento con la carta…
Parte un nuovo fondo perduto fino a 5.000 euro per famiglie con ISEE sotto i…
Strategie pratiche per mantenere l’ambiente caldo senza termosifoni. Come ottenere un buon riscaldamento al minimo…
Le piante più efficaci contro la muffa e l'umidità domestica. Sono un vero e proprio…
Un’indagine scientifica ha rivelato la presenza di residui radioattivi in questo parco: i dati mostrano…