Giornata mondiale del vento, difendiamo e sosteniamo l’energia eolica in ogni modo

Oggi è la giornata mondiale del vento, un’occasione per riflettere sul fondamentale contributo dell’energia eolica alle società umane: 282 GW installati a fine 2012 in oltre 100 nazioni, con una produzione di 520 TWh (pari ai consumi elettrici del Brasile).

In tutta la sua vita, una turbina eolica produce da 10 a 30 volte l’energia utilizzata per costruirla e installarla, non inquina, non è pericolosa, non emette CO2 e non attinge a risorse esauribili. Costa circa un euro al watt installato ed è operativa nel giro di 1-2 anni a differenza delle centrali non rinnovabili che possono richiedere oltre un decennio di lavoro (vedi ad esempioi casi di Olkiluoto e Flamanville).

In UE l’occupazione nel settore è cresciuta da 108mila addetti a 2 38mila tra il 2007 e il 2010, un aumento del 120% che ha largamente surclassato l’aumento di potenza installata (+50%)

Dov’è il problema, allora?

Il problema è che l’eolico ha ancora troppi nemici. Le multinazionali del petrolio, del gas e del carbone, non amano vedere ridotte le loro quote nel mercato elettrico e fanno di tutto per rallentare e ostacolare lo sviluppo delle rinnovabili. ENEL preferisce spendere soldi perdendo cause con Greenpeace piuttosto che progettando una progressiva dismissione del carbone.

Alcuni “integralisti del paesaggio” sostengono che l’eolico abbia un impatto negativo dal punto di vista estetico. Forse dimenticano che il paesaggio nasce dall’interazione dell’uomo con l’ecosistema; questa interazione può essere dolce e sostenibile (dalla campagna toscana ai mulini o alle pale eoliche) oppure dura insostenibile (dal paesaggio di capannoni della pianura padana agli impianti petrolchimici o a carbone). Chi si oppone all’eolico in questo momento storico sta di fatto facendo gli interessi delle aziende fossili, è bene sempre tenerlo a mente.

La carrellata di immagini nella gallery mostrano come in tutto il mondo le pale eoliche si integrino bene  con l’ambiente naturale, l’agricoltura e l’allevamento.

Il fatto che l’eolico sia finito anche nelle mani della mafia non significa nulla: l’energia del vento è pulita anche quando le mani di chi la gestisce sono sporche. Le criminalità organizzate si intrufolano in tutti i campi dell’economia, quindi ahimè anche in quello delle fonti rinnovabili. Sta alla partecipazione democratica fare sì che fotovoltaico, eolico e idroelettrico siano a vantaggio delle comunità locali e non di boss e speculatori.

Energia eolica nel mondo




EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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