Aggiornamento 16:36 – Secondo le prime ricostruzioni, ad incendio ancora in corso, le fiamme si sarebbero propagate in seguito ad un’esplosione verificatasi nella struttura dell’inceneritore, che avrebbe poi coinvolto un capannone di 7.000 metri quadrati. Una seconda ipotesi vuole invece un problema ai quadri elettrici come fattore scatenante dell’incendio.
Secondo i Vigili del Fuoco è tutto ancora da verificare.
La proprietà interessata è di Acea Ambiente e nella struttura lavorano anche tecnici dell’Arpa e dell’Asl, Dipartimento di Prevenzione ambientale di Roma e Frosinone: grazie all’orario in cui si è verificato l’incendio, le 5 di stamattina, nessun essere umano sarebbe rimasto coinvolto.
Dalle 5 di questa mattina un devastante incendio all’impianto di incenerimento rifiuti Snia di Anagni, località Castellaccio, in provincia di Frosinone, sta mettendo a dura prova tre squadre, e dieci mezzi, dei Vigili del Fuoco intervenuti prontamente per sedare le fiamme.
L’aria tutt’attorno è irrespirabile, agli abitanti è stato raccomandato di non aprire assolutamente porte e finestre per evitare che il fumo (la cui composizione è stata omessa) entri nelle abitazioni.
Un secondo elemento di fortissima criticità dipende dalla presenza di materiale di stoccaggio altamente infiammabile: non è chiaro se questi sia stato già dato alle fiamme o meno, ma la presenza di tali materiali rende certamente il lavoro dei Vigili del Fuoco più delicato e complesso.
Quelli che stanno bruciando all’interno dello stabilimento di Anagni, sono rifiuti trattati, imballati per il termo combustore. Non dovrebbero esserci materiali pericolosi che rilasciano nella combustione sostanze nocive. Il fumo, però, in particolare quello di un grande incendio come quello in corso, costituisce sempre un pericolose per questo, ai residenti consigliamo prudenza evitando, in particolar modo a a bambini e anziani di non stare all’aperto.
ha dichiarato Maurizio Liberati, dirigente provinciale dei vigili del fuoco di Frosinone. L’impianto Snia aveva unito nel 2007 in una battaglia contro l’impianto Beppe Grillo e Franco Fiorito (si, prorio “er Batman”): secondo Retuvasa, la rete per la tutela della Valle del Sacco, il materiale che ha preso fuoco dovrebbe essere plastica, carta e rifiuto secco, quindi anche diossine.
Via | Ciociaria Report 24
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