Bruciano le foreste di Sumatra e Singapore soffoca nello smog

Le meravigliose foreste dell’isola di Sumatra, quelle in cui (unita l’italia) combattè e morì anche il prode Nino Bixio, da giorni bruciano per fare spazio alle colture di olio di palma: la deforestazione della Malesia, in particolare proprio a Sumatra, sta però mettendo a serio rischio la salute dei cittadini: a Singapore, da oramai tre giorni, è impossibile uscire di casa senza mascherina. La città è avvolta da una fittissima coltre di smog.

La forte deforestazione, che secondo il nostro EcoAlfabeta e non solo, sta letteralmente distruggendo le foreste indonesiane, con il rischio di vederle sparire nei prossimi 20 anni, sta infatti mettendo in ginocchio la popolazione delle megalopoli asiatiche sullo stretto di Singapore.

In particolare, nella “città ad aria condizionata” raccontata dal giornalista Tiziano Terzani, Singapore, da tre giorni i cittadini vivono avvolti in una fittissima coltre di fumo che per molti è poco dissimile a quella che attanaglia Pechino, ed altre città cinesi, oramai ininterrottamente da parecchi mesi.

Il fumo su Singapore, proveniente in larga parte proprio dagli incendi (tutti opera dell’uomo) sull’isola di Sumatra, soffoca le persone, unendo al grave problema dello smog derivante dall’altissima densità abitativa (auto, riscaldamenti, la famosa aria condizionata) anche il soffocamento del fumo degli incendi.

Una vera e propria emergenza, che ha innalzato il livello di pericolo imposto dalle autorità superando persino i picchi raggiunti nel 1997, quando il fenomeno aveva causato almeno 9 miliardi di dollari di danni; insomma, l’uomo si dimostra sempre più incapace di imparare dalle tragedie (in questo caso economico-sanitaria) del passato: l’Indice di inquinamento (Psi) è schizzato a quota 371, ben oltre la soglia di 300 che costituisce il passaggio da “molto malsano” a “pericoloso”. Dai grattacieli di Singapore numerose testimonianze attestano una visibilità inferiore ai 500m.

Anche la deforestazione, e la conseguente carenza di alberi, ha la sua fetta di responsabilità della qualità dell’aria singaporiana: un’emergenza ambientale vera e propria, sotto tutti i punti di vista, che si ripropone ciclicamente ad ogni stagione secca quando ampie fette di territorio tropicale indonesiano sull’isola di Sumatra vengono date alle fiamme per fare spazio alle redditizie coltivazioni di olio di palma, di cui Malesia ed Indonesia sono i maggiori produttori al mondo.

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A.S.

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