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Stefano Rodotà reclama il rispetto del referendum sull’acqua pubblica mai attuato

Stefano Rodotà rilascia a la Repubblica una breve intervista in cui reclama che sia applicato quanto indicato dal risultato del referendum sull’acqua pubblica votato da circa 27 milioni di italiani nel 2011, ossia liberare l’acqua dal profitto.

All’indomani delle inquietanti indicazioni contenute nel Decreto del fare riscontrate dai Movimenti per l’acqua e dal WWF Abruzzo a proposito della assoluzione chi inquina le falde acquifere, le parole di Rodotà assumono contorni ben precisi quando dice:

Ci sono 35 ricorsi aperti presentati dai comitati. Si sta cercando di far passare il referendum come un “consiglio”, ma è stato una piena espressione della volontà popolare.

In effetti l’acqua pubblica è qualcosa che viene rinnegato come principio sia a Destra sia a Sinistra anche se poi realtà locali e per volere di singole comunità e sindaci optano per scelte diverse. Ma l’orientamento attuale sui beni comuni a partire dall’acqua è decisamente distante dal riconoscimento di questo principio giuridico universale. Non fosse altro per il progetto diRomano Prodi di portare a Milano nel 2015 l’Autorità mondiale dell’acqua. In Europa è in atto una grande mobilitazione dal basso fatta di cittadini che porteranno a settembre le firme per la proposta di legge europea ICE.

E dunque Rodotà avverte:

Sappiamo che le pressioni delle multinazionali sono forti, il Pdl vuole un piano di privatizzazioni e anche le direttive economiche di Ue e Fmi sembrano chiedere la stessa cosa. Eppure l’iniziativa dei cittadini europei per l’acqua come diritto umano in pochi mesi ha superato il milione e mezzo di firme ed è riuscita a fare breccia. Il Commissario al Mercato Interno, Michel Barnier, ha preso atto della grande mobilitazione sul tema dichiarando che il servizio idrico verrà stralciato dalla direttiva concessioni, un provvedimento che rischia di accelerare ulteriormente le privatizzazioni dei servizi pubblici. E su questo aggiungo: non dimentichiamo che dietro al pubblico ci sono i diritti fondamentali delle persone.

Foto | Stefano Rodotà su Fb

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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