Seveso, era il 10 luglio 1976 quando l’Italia scoprì la tragedia dell’inquinamento

Una nube di diossina sprigionatasi dopo una terribile esplosione al reattore chimico dell’ICMESA: questa l’origine del disastro ambientale italiano probabilmente più grave che si compì il 10 luglio 1976. Le fabbriche allora, e più di oggi, si trovavano vicino ai centri abitati con scarse precauzioni per la sicurezza dei lavoratori e degli abitanti. Eravamo a ridosso di una austerity che aveva messo in ginocchio l’Italia e non si aspettava altro che di ripartire alla ricerca del boom economico e una fabbrica vicino casa non era da temere ma una benedizione, perché portava lavoro.

Ma quella mattina del 10 luglio 1976 l’Italia perse la sua innocenza e capì che di lavoro si muore e che le conseguenze sarebbero pesate a lungo sulle generazioni future. Nella ICMESA quel giorno si stava lavorando alla produzione di triclorofenolo sostanza usata nei diserbanti, ma il reattore chimico esplose e liberò una nube di diossine la cui quantità non è stata mai accertata. Sebbene non vi siano stati morti subito dopo l’esplosione si ebbero casi di avvelenamento e di cloracne che cambiarono per sempre la vita delle persone. L’intossicazione colpì anche gli animali che furono abbattuti a migliaia e tutta la vegetazione si disseccò. Le persone furono avvisate della gravità dell’incidente dopo 8 giorni. Le conseguenze della contaminazione da TCDD o Diossina di Seveso, sono allo studio ancora oggi poiché questa sostanza si comporta come interferente endocrino e causa tumori al fegato e organi genitali, endometriosi e riduzione dei teticoli.

Il sindaco fu informato dell’incidente il giorno dopo, da due tecnici dell’ICMESA, era una domenica e lo ricorda così nella testimonianza riportata dal Bosco delle Querce:

La descrizione fu breve, più che altro tecnica, di ciò che era avvenuto. Per la prima volta sentii parlare di “triclorofenolo”, il tcf. “E´ un prodotto chimico intermedio di base” mi spiegò subito il dr. Paoletti. “Lo può trovare anche dal droghiere, serve anche per i diserbanti. E proprio il reattore che lo produce è scoppiato. Non si sa bene perché. Ieri mattina alle sei è cessato il turno e come ogni sabato hanno lasciato raffreddare il reattore. Domani la produzione di tcf sarebbe ripresa regolarmente, se non fosse avvenuta questa reazione incontrollata all´interno, che lentamente ha fatto alzare la temperatura e la pressione, finché poco dopo mezzogiorno è avvenuto lo scoppio

Le conseguenze di questo massiccio inquinamento di una zona così vasta, (furono toccati i comuni di Meda, Seveso, Cesano Maderno e Desio) sono ancora oggi non del tutto conosciute tant’è che il monitoraggio resta in attività. Per rendere idea del contorno del disastro basti pensare che fu adottata una deroga per Seveso all’aborto. Infatti, all’epoca l’aborto non era ancora stato legalizzato ma per Seveso si autorizzarono gli aborti terapeutici poiché il timore che potessero nascere bambini con gravi malformazioni era elevato. La prima evacuazione però si ebbe a 14 giorni dall’incidente, ossia il 24 luglio quando fu identificata la zona A allorché i sindaci di Meda e Seveso disposero l’allontanamento delle famiglie per iniziare le bonifiche.

La tragedia si Seveso che si compì il 10 luglio del 1976 è annoverata nella triste classifica dei disastri ambientali più gravi causati dall’uomo; appena sotto nella lista, al disastro di Bhopal e di Chernobyl, giusto per capire di cosa si stia parlando. Da allora il mai più a tragedie come quelle di Seveso tant’è che l’Europa si è dotata proprio della Direttiva Seveso per la prvenzione degli incidenti industriali, anche se come qualche giorno fa l’ISPRA ci ha fatto sapere che esistono olte 1000 sii industriali a rischio.

Nel 1983 nasce il Bosco delle Querce, ossia un area in cui sono state costruite due vasche impermiabilizzate e che contengono tutto il materiale contaminato, incluso il terreno prelevato dalle zone più inquinate.

Via | ISPRA, Bosco delle querce

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta

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