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Saldare i debiti con la Terra

[Dato che questa settimana è stato raggiunto l’Earth overshoot day, pubblichiamo come Ecoquote parte di un editoriale di Fred Pearce apparso recentemente su New Scientist].

«E’ una delle domande pressanti del nostro tempo: qual è il nesso tra la crisi finanziaria e quella ambientale? Sono la stessa cosa e vanno affrontate insieme, oppure bisogna concentrarsi sull’ambiente prima di potersi occupare di economia?

Affrontare condizioni climatiche estreme, inquinamento e riduzione delle risorse scrive Amy Larkin di Greenpeace, ha un costo enrome che si staripercuotendo sul capitalismo. La nostra indifferenza verso le “esternmalità” della produzione della ricchezza ha generato un debito ambientale che sta caricando su ognuno di noi un debito finanziario insostenibile.

Via via che le risorse natgurali diventano più scarse e costose, la loro crisi incombente si manifesta nel crollo die mercati. Saccheggiando le risorse globali e indebolendo gli ecosistemi, stiamo riducendo il credito ambientale proprio come le spese eccessive con la carta di credito riducono il credito finanziario. Le due crisi hanno un rapporto simbiotico. La festa deve finire.

Oggi sono sempre più numerosi gli uomini e le donne d’affari convinti che per rilanciare la crescita sia necessario affrontare le questioni ambientali e quelle legate alle risorse. Ovviamente alcune aziende faranno fortuna sfruttando, invece che risolvendo, la crisi ambientale. Per ogni startup che intende guadagnare con l’energia rinnovabile, c’è uno speculatore pronto a ricordare che la crescita della popolaizone causerà l’inevitabile aumento dei prezzi. Dove i verdi vedono la catastrofe, qualcuno vede solo il profitto. Siamo condannati?

I legami tra le due crisi sono forti. Per me però trascurano tutti una differenza sostanziale.

Il capitalismo è solo una macchina  e se qualcosa va storto può stornare il debito finanziario, tramite il fallimento o l’inflazione. Ci si dà una bella scrollata e si riparte.

L’ambiente è invece il pianeta in cui viviamo. Non possiamo dichiararci insolventi davanti al cambiamento climatico, stornare gli ecossitemi che socmpaiono e ridurre l’erosione dle suolo attraverso l’inflazione. Non c’è modo di sbarazzarsi del debito ambientale.»

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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