L’immagine di queste pecore morte nei gravi incendi dello scorso gennaio sono forse il miglior commento al risultato delle elezioni australiane, il cui vincitore è il conservatore Tony Abbott, il negazionista dei cambiamenti climatici.
Se le divisioni tra i laburisti (che novità!) hanno spianato la strada alla destra, si tratta purtroppo di un voto che denota insicurezza e paura di parte della popolazione, forse così “convinti di allontanare la paura di cambiare”.
L’avvocato Abbott non conosce la fisica e la chimica e pertanto non si preoccupa di una gas invisibile e “senza peso” come la CO2. Purtroppo un uomo simile ora è diventato il primo ministro della dodicesima economia mondiale.
Si tratta di un grave passo indietro per l’ambiente ed i cambiamenti climatici, visto che l’Australia svolge un ruolo di rilievo nei negoziati internazionali e l’ultima cosa necessaria a questo pianeta è un dogmatico della crescita, ignorante dei imiti degli ecosistemi. Abbott ha già detto che intende cancellare la carbon tax e non finanziare più ricerche e prevenzioni dei cambiamenti cliamtici.
Gli effetti del riscaldamento globale si fanno già sentire nel continente australe: ondate di calore fino a 50 °C, incendi, inondazioni, cicloni, perdita di biodiversità, aumento dei profughi climatici, illustrati nella gallery in fondo. Poco serve a consolarsi dicendosi che è possibile sopravvivere agli anni di Abbott perché si tratta di anni cruciali.
Cambiamenti climatici in Australia
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