È allarme sterilità a Taranto. I dati sull’aumento dell’infertilità è un’altra delle molte eredità che l’inquinamento prodotto dall’Ilva ha lasciato alla città pugliese. L’ennesimo allarme sui rischi per la salute connessi all’attività dello stabilimento Ilva di Taranto arriva da un convegno che è stato organizzato dagli Ordini dei medici e degli odontoiatri di Taranto e Brindisi.
Oltre al dato sull’infertilità di coppia è emerso come il 26% delle donne sia in menopausa precoce.
In uno studio che abbiamo presentato l’anno scorso al congresso della Società europea di embriologia abbiamo evidenziato nelle donne, e in particolare nelle cellule della granulosa che sostengono l’ovulo nella crescita e lo portano nella maturità, delle alterazioni nella catena di espressione dei recettori per gli estrogeni, sostanze che sostengono la crescita follicolare e la maturazione ovocitaria,
ha dichiarato la ginecologa Raffaella Depalo, dell’Unità di Fisiopatologia Riproduzione Umana del Policlinico di Bari, che ha suggerito come la gravità della situazione renda necessaria l’istituzione di un osservatorio epidemiologico.
Secondo le ricerche, anche con il blocco totale delle attività dell’Ilva a partire da oggi, i tarantini continueranno a pagare le conseguenze sanitarie almeno per le prossime tre generazioni. Secondo Agostino Di Ciaula, presidente della sezione pugliese dell’Associazione internazionale Medici per l’ambiente,
è urgente chiudere i rubinetti dell’inquinamento prima di pensare a qualsiasi altra cosa.
Via | La Gazzetta del Mezzogiorno
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