Disastro di Fukushima, lo stress dei lavoratori è arrivato a un punto critico

Alla fine il fattore umano potrebbe rivelarsi l’anello debole nella gestione post catastrofe di Fukushima.

Secondo un’inchiesta del Guardian, i 6000 lavoratori coinvolti nella bonifica nucleare (900 dipendenti Tepco, a contratto i rimanenti) hanno il morale a terra: soffrono per lo stress di lavorare in un ambiente contaminato, con retribuzioni ridotte (-20% dopo la crisi) e prospettive incerte di successo. Occorreranno alemno 40 anni per sistemare le cose, ma la Tepco potrebbe essere già fallita molto prima.

Oltre 1200 dipendenti hanno dato le dimissioni dalla Tepco dopo l’incidente e non ci sono state nuove assunzioni. 138 lavoratori hanno superato la dose massima di 100 millisievert (mSv) e non possono più operare nell’impianto, mentre altri 300 hanno valori compresi tra 75 e 100 mSv, per cui i loro giorni di lavoro attivi sono ormai contati.

Se si considerano anche i lavoratori a contratto, quasi 2000 sono stati esposti a oltre 100 mSv, considerata la soglia oltre la quale diventa significativo il rischio di ammalarsi di cancro. Secondo una valutazione delle Nazioni Unite, la Tepco ha anche sottostimato la dose assorbita del 20%, effettuando (volutamente?) i test in ritardo quando alcuni degli isotopi a più breve vita erano già decaduti e non più rilevabili.

Il 70% dei lavoratori della centrale viveva nella zona attualmente evacuata, quindi è separato dalle proprie famiglie ed alloggiato in sistemazioni provvisorie. Questi fattori, uniti alla crescente discriminazione della società giapponese verso quelli di Fukushima, ha aumentato i livelli di stress e molti lavoratori hanno ormai una dipendenza dall’alcool.

Ciò può portare ad un aumento degli errori umani, come nel caso della recente contaminazione accidentale di sei lavoratori per una manovra sbagliata.

Dopo tre anni la strada di Fukushima è ancora molto in salita; piuttosto che pensare alle Olimpiadi del 2020, il Giappone dovrebbe concentrarsi per liberarsi dle suo peggiore incubo.

Nella gallery qui sotto alcune recenti immagini del disastro.

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Contaminazione radioattiva a Fukushima [blogo-gallery title=”Contaminazione radioattiva a Fukushima” slug=”contaminazione-radioattiva-a-fukushima” id=”156207″ total_images=”0″ photo=”1,2,3,4,5,6″]

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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