Rifiuti in Campania, tutti assolti: da Bassolino ai vertici di Impregilo

La sentenza è arrivata pochi minuti dopo le 13: l’ex governatore della Campania, Antonio Bassolino, è stato assolto (assieme agli altri 27 imputati) nel processo per presunte irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti nella Regione dal 2000 al 2005.

La V Sezione del Tribunale di Napoli, sezione C (presidente Maria Adele Scaramella, giudici Antonia Napolitano Tafuri e Giuseppe Sassone) ha pronunciato una sentenza che è un po’ il capitolo finale (restano i tempi solo per prescrivere i reati) della lunghissima saga giudiziaria sulla lunga emergenza rifiuti campana:

“Assolti perchè il fatto non sussiste”

è stata la lapidaria pronuncia del collegio giudicante. Innocenti tutti e 28 gli imputati, ai quali venivano contestati a vario titolo i reati di frode in pubbliche forniture, truffa e falso: gli altri “pesci grossi” assolti, oltre all’ex Presidente della Regione Bassolino, sono Pierluigi Romiti, ex manager del gruppo Impregilo, Armando Cattaneo, ex ad di Fibe, società del gruppo Impregilo, Angelo Pelliccia, ex direttore generale di Fibe, e Raffaele Vanoli, ex subcommissario all’emergenza rifiuti, per i quali il PM Paolo Sirleo aveva chiesto la condanna.

Era stato lo stesso Sirleo, nella sua requisitoria da 20 ore del 10 giugno scorso, a chiedere l’avvenuta prescrizione per Antonio Bassolino; l’assoluzione però è qualcosa di più, che pulisce definitivamente ogni sospetto sul conto di Bassolino e dei vertici Impregilo.

Un processo che però non finirà di fare discutere: la chiusura dell’aula bunker ai giornalisti, con il divieto del Tribunale di introdurre in aula registratori, telecamere, macchine fotografiche e taccuini, ha reso pressocchè impossibile la cronaca giudiziaria di un processo epocale nel panorama ambientale italiano e campano.

Restano inoltre, almeno fino alla lettura della sentenza, alcune oggettive perplessità sull’insussistenza del fatto contestato: le ecoballe continuano a restare ammassate negli stessi luoghi da dieci anni, gli impianti restano inattivi o inadeguati (Acerra a parte, che a breve Fibe trasferirà alla Regione per la modica cifra di 355 milioni di euro, dopo averne ricevuti altri per la realizzazione durante il periodo di emergenza); la sentenza non spiega il deferimento dell’Italia alla Corte europea di Giustizia per la gestione dei rifiuti in Campania (le stesse preoccupazioni che l’Europa ha espresso, per la prima volta, nel 2010, condannandoci), conseguenza della lunga gestione commissariale, così come non spiega le condanne della Corte dei Conti allo stesso Antonio Bassolino (sentenza al momento sospesa).

“La piena assoluzione decisa dal Tribunale di Napoli è un fatto di enorme importanza: i giudici hanno dimostrato una importante autonomia di giudizio. Dopo anni di sofferenza e di dolore vedo finalmente riconosciuta la mia totale estraneità ai fatti che mi erano stati addebitati. La gioia di oggi si mescola con la tristezza per le prove che ho dovuto affrontare.”

ha dichiarato l’ex Presidente della Regione.

Nessuna presunzione di colpevolezza per carità, non avendo potuto seguire il processo come solitamente si fa è impossibile entrare nel merito della questione senza leggere prima la sentenza di oggi, ma per chi è mai stato in Campania almeno una volta negli ultimi 10 anni è evidente che qualcosa non torna, basta guardarsi attorno, respirare l’aria della città più bella del mondo e guardare dentro l’anima di questo territorio: i miliardi di euro arrivati a Napoli e nel corso degli anni da qualche parte devono per forza essere finiti: certamente non dove sarebbero serviti.

A.S.

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