Munizioni gratis a chi abbatterà le nutrie che hanno invaso il cremonese, precisamente l’area compresa fra Adda, Oglio e Po: la Provincia di Cremona ha deciso di fornire munizioni gratis ai cacciatori e agli agricoltori che si dichiareranno disposti ad abbattere gli animali le cui tane stanno devastando argini, canali e campi coltivati.
Da anni, nell’area della bassa lombarda, si utilizzano molteplici sistemi per la cattura di questi animali, ma le trappole si sono rivelate insufficienti o inefficaci, tanto che gli animali sono proliferati fino a raggiungere un rapporto di 1 a 1: 340mila sono gli abitanti e altrettante sono le nutrie.
Da qui la provincia di Cremona, presieduta da Massimiliano Salini, ha deciso di prendere misure drastiche. I roditori sono presenti un po’ ovunque nei 177mila ettari del territorio cremonese e trovano nel reticolo di canali e corsi d’acqua il loro habitat naturale: i tunnel cavati in prossimità dei corsi d’acqua provocano piccole frane e smottamenti che danneggiano le aree coltivate.
È stato Gian Luca Pinotti, a chiarire come si sia giunti alla drastica decisione di ricorrere alle armi da fuoco:
La Regione ci ha messo a disposizione 40 mila euro per contrastare il fenomeno e abbiamo deciso che quello fosse il metodo più opportuno per raggiungere il nostro obiettivo, l’eradicazione completa delle nutrie nell’arco di 5 anni. Ce lo chiedevano per primi i sindaci che assistono ai disastri combinati da questi animali senza avere mezzi per intervenire.
La provincia di Cremona acquisterà le pallottole e queste verranno fornite gratuitamente ai circa 900 cacciatori locali in possesso di un regolare porto d’armi: la distribuzione avverrà presso i comuni, circa 100, i cui sindaci hanno deciso di aderire all’iniziativa.
L’iniziativa della provincia di Cremona si è scontrata con la contrarietà delle associazioni ambientaliste. Per il presidente provinciale è l’unica soluzione, ma va ricordato che le nutrie non sono una specie autoctona ma furono importate in Italia, all’inizio del Novecento, a scopi commerciali. Quando, negli anni Ottanta, le pellicce di “castorino” passarono di moda, gli allevamenti di nutrie vennero chiusi e alcuni animali liberati proliferando fino alla popolazione di diverse centinaia di migliaia di oggi nel solo cremonese. Anche in questo caso il problema è di origine umana e non frutto del caso.
Via | Corriere
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