Pesca in acque profonde: l’Ue rigetta il divieto della Commissione

Ieri, martedì 10 dicembre, il Parlamento Europeo ha rigettato il divieto della pesca a strascico in acque profonde, rispendendo al mittente la proposta di abolizione della Commissione Europea. I deputati europei hanno stroncato sul nascere ogni ipotesi di abolizione di questa tecnica, fortemente sostenuta da Francia e Spagna, due stati che pescano abitualmente in acque profonde, fino a 200 metri di profondità.

La battaglia per questa questione controversa non si svolge solamente nell’emiciclo europeo: gli oppositori al divieto parlano di salvaguardia degli impieghi, dei 3000 posti che, secondo loro, andrebbero in fumo, per esempio, nella sola Francia. Le ragioni degli ambientalisti sono nei danni all’ecosistema, allo spopolamento dei mari.

La pesca in acque profonde si è sviluppata negli anni Ottanta, dopo un sovra-sfruttamento delle zone costiere europee. Gli industriali si sono rivolti verso l’alto mare investendo in ver e proprie navi-fabbrica capaci di “raschiare” i fondali marini sino a 1500 metri di profondità. Secondo le statistiche dell’Unione Europea, nel 2011 la pesca in acque profonde rappresentava solamente l’1,5% del pescato nell’Atlantico del Nord Est.

A dispetto della piccola percentuale, la pesca in acque profonde deve essere bandita poiché costituisce una vera e propria aggressione per l’ecosistema marino: per pescare 5-6 specie, se ne prendono nelle reti altre decine che vengono successivamente rigettate in mare.

La pesca in profondità, inoltre, attacca specie molto vulnerabili: su 30 specie conosciute si è osservata una durata di vita di 36 anni e una maturità sessuale che inizia dai 12 anni. La pesca in profondità mina i processi di ripopolamento dei mari, provocando un rischio estinzione per alcune specie.

In Francia, comunque, alcune catene di supermercati come Casino e Carrefour hanno deciso di smettere di proporre nei loro espositori specie pescate in acque profonde.

Via | Le Monde

Foto © Getty Images

Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, attivo sul web dal 2000 ha collaborato con numerose testate fra cui L'Unità, Narcomafie, La Nuova Ecologia, Slow Food, Terra, Alp, Ciclismo, Sport Week, Extratorino, Suden e Cinecritica. Fra i suoi libri più noti vi sono "Propaganda Pop", "Giornalismo online", "Giornalismo digitale" e "Storia del ciclismo". Ha co-diretto il documentario "Benvenuto Mister Zimmerman".

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