Rifiuti di Roma, la pesante eredità di Malagrotta

Che sarebbe stata un’eredità scomoda era evidente già da qualche anno, ma che sarebbe stata ghiotta occasione per depredare le già langui casse del Comune era davvero difficile prevederlo: la chiusura di Malagrotta, la grande discarica che ha servito la città di Roma ed il Vaticano per un trentennio, e i suoi pesanti costi aggiuntivi sono infatti al centro di una denuncia pubblica dei Radicali Roma.

Il consigliere comunale Riccardo Magi, che si sta occupando proprio degli sperperi delle municipalizzate romane, in una dichiarazione, ha chiesto lumi sullo stato dell’arte di due arbitrati tra Ama e Co.La.Ri., il consorzio che gestisce la grande discarica chiusa di Roma Malagrotta:

“Rispetto al 2012 sono previsti 38.8 milioni di euro di maggiori costi derivanti da uno scenario di gestione dei rifiuti che ha visto una ridefinizione del ciclo, derivante dal progressivo minor utilizzo fino alla chiusura della discarica di Malagrotta, a seguito di decreti ministeriali ed ordinanze prefettizie.”

ha spiegato Magi, che ha ricordato come il Piano Finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani 2013 di Roma Capitale approvato a dicembre contenga aggravi di spesa assolutamente inconcepibili, derivanti da tre principali fattori:

“1) pieno utilizzo delle capacità produttive degli impianti TMB a disposizione del bacino della città di Roma;
2) smaltimento dei rifiuti tramite l’impianto di tritovagliatura del Colari e gli impianti individuati con specifiche ordinanze del Commissario Delegato e con accordi siglati con le Regioni Toscana ed Abruzzo;
3) smaltimento di scarti e Fos prodotti dagli impianti di trattamento, per effetto della chiusura della discarica di Malagrotta, a partire dal IV semestre.”

Un aumento che potrebbe ulteriormente aggravarsi nel 2014, nonostante nei mesi scorsi si erano sollevati numerosi dubbi proprio sui costi: da sempre i rapporti tra Ama e Co.La.Ri. sono stati giustificati con la qualità del servizio e i costi contenuti, ma se sulla prima i dubbi sono oramai quasi delle certezze (proprio il Fos che contribuisce a gonfiare i costi si è trovato nella fossa del gassificatore di Malagrotta stoccato come fosse una ecoballa, un semplice ingombro inutile e costoso), sulla seconda i dubbi sulle cifre Ecoblog li poneva almeno da settembre.

Fatto sta che, come spiega Massimiliano Iervolino dei Radicali, oltre al danno ambientale si aggiunge la beffa economica:

“Ci hanno sempre raccontato che sversare rifiuti come si faceva a Malagrotta “ci conveniva” ma il consorzio di Manlio Cerroni ha presentato due richieste di arbitrato nei confronti di Ama per ottenere risarcimento rispetto a presunte irregolarità contrattuali, servizi extra resi e costi ulteriori sostenuti. In primo grado Ama Spa è già stata condannata a pagare oltre 75 milioni di euro alla Co.La.Ri., l’azienda comunale è ricorsa in appello. Anche questa è l'”eredità” di Malagrotta!”

A.S.

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