La nebulosa che dista 17 mila anni luce da noi, è stata soprannominata La mano di Dio e non è altro quel che rimane tra polveri e gas dell’esplosione di una stella. La particolare forma è stata catturata dai teleobiettivi del telescopio NUSTAR della NASA sul satellite Chandra in orbita da un anno e mezzo. La foto non è recente ed è stata rilasciata dalla NASA nel 2009 e ne scrivevamo su Mysterium. Comunque l’immagine è sempre bella e mi offre l’occasione per raccontare come si è giunti a questa scoperta.
Questo oggetto spaziale che si estende per 150 anni luce è formato da particelle frutto dell’esplosione di una supernova. Il cadavere stellare è chiamato PSR B1509-58, o B1509 nella forma abbreviata e è una pulsar che gira rapidamente su se stessa per sette volte al secondo, proiettando all’esterno di se stessa un vento di particelle. Queste particelle interagiscono con i campi magnetici intorno al materiale facendolo brillare con i raggi-X. Il risultato è una nuvola che assomiglia a una mano aperta . La pulsar stessa non può essere visto in questa immagine ma è collocata vicino al punto bianco luminoso.
Uno dei grandi misteri di questo oggetto è se le particelle pulsar interagiscono con il materiale in modo specifico per farlo sembrare una mano o se il materiale ha in realtà la forma di una mano.
La nube rossa alla fine della regione, quella che somiglia a un dito è una struttura diversa, chiamata RCW 89. Gli astronomi pensano che il vento della pulsar stia riscaldando la nuvola facendola brillare di luce ai raggi X.
Foto | Nustar
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